Avvocato Lucia Spadoni

Senior Associate

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Formazione

Si è laureata in Giurisprudenza con il massimo dei voti nell’a.a. 2002/2003 con tesi di laurea in diritto amministrativo. Terminato il biennio di pratica forense ha superato l’esame di abilitazione alla professione forense ed è iscritta all’Ordine degli Avvocati di Urbino dal 2008.

Nel 2003 l’Avv. Lucia Spadoni ha effettuato uno stage a numero chiuso della durata di sei mesi presso il Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche entrando a diretto contatto con la realtà giurisdizionale amministrativa ed affiancando l’attività dei magistrati.

Ha collaborato con riviste specializzate nel comparto sanitario, scrivendo contributi in materia di trattamento dei dati sanitari e di privacy in sanità, e con riviste giuridiche per le quali ha svolto attività di massimazione di sentenze per osservatori sulla giurisprudenza amministrativa.

Nel 2009 ha conseguito la specializzazione in Diritto e Gestione dell’Ambiente e del Territorio, frequentando l’omonimo master di II livello organizzato dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

Il quotidiano “Italia Oggi” l’ha annoverata tra le professioniste emergenti nel settore MedMal.

Avv. Lucia Spadoni | Formazione
Avv. Lucia Spadoni | Applicazione

Applicazione

Nell’esercizio della professione, l’Avv. Lucia Spadoni si occupa prevalentemente di diritto civile, diritto sanitario e diritto amministrativo.

Ha maturato rilevante esperienza nel settore della responsabilità medico-sanitaria, distinguendosi nella trattazione di numerosi sinistri, prevalentemente relativi a vicende cliniche con esito infausto.


Diritto Civile e Malpractice Medica

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    Affrontiamo il delicato tema della malasanità attraverso la storia di Edgardo: la sua famiglia ha ottenuto un risarcimento di circa 517.000 euro a seguito di una diagnosi tardiva di sepsi che ha condotto alla sua prematura scomparsa. La vicenda mette in luce le criticità del sistema sanitario e l’importanza di una pronta risposta clinica. Sebbene nessun risarcimento possa compensare una perdita così grande, l’accordo rappresenta un passo verso la giustizia per la famiglia.
  • Infezione della protesi endovascolare: un caso di risarcimento per malasanità
    Questa è la storia di Francesco e della sua famiglia, che hanno affrontato un calvario clinico a causa di una infezione protesica endovascolare. Un risarcimento di 382.000 euro è stato riconosciuto, con la nostra assistenza, ai familiari del paziente, purtroppo deceduto all’esito di questa triste vicenda, che dimostra quanto sia importante una corretta prevenzione e gestione delle complicanze post-operatorie nelle protesi aortiche. Ecco i dettagli del caso.
  • Diagnosi tardiva di fibrosi polmonare, risarcimento e malasanità
    In questo caso di malasanità, concluso con un risarcimento di 240.000 euro oltre spese di lite, ripercorriamo la storia di Sergio. Una diagnosi di fibrosi polmonare gli è stata comunicata due anni dopo averla refertata: un errore di comunicazione che gli è costato la vita. I due figli del defunto si sono rivolti a noi per appurare le responsabilità di medici e struttura sanitaria e fare giustizia. Per quanto possa contare di fronte alla morte, ci siamo riusciti.
  • Bendaggio gastrico, malasanità e risarcimento danni
    Il caso di malasanità di cui vi parliamo in questo articolo riguarda una giovane donna di 23 anni con obesità grave che, a causa di un intervento di bendaggio gastrico eseguito in modo scorretto, ha avuto una serie di conseguenze sulla salute di cui porta ancora oggi i segni. Anita (nome di fantasia) si è rivolta al nostro studio, e siamo riusciti ad ottenere un risarcimento di 53.000 euro, oltre interessi e spese di lite, per danno biologico differenziale.
  • Malasanità, buone transazioni e cattivi giudizi
    Un risarcimento di 300.000 euro è l’oggetto di un accordo conciliativo raggiunto, con la nostra assistenza, in favore di due congiunti di un paziente deceduto per un caso di malasanità. Si diceva, un tempo, che “una cattiva transazione è meglio di una buona causa”. Oggigiorno, a ben vedere, è forse il caso di dire che una transazione, a certe condizioni, è la cosa migliore che possa capitare a tutte le parti in causa. Scopriamo perché.
  • Coma post-anossico e risarcimento: una storia di malasanità
    Un risarcimento danni, per quanto importante come in questo caso di malasanità (630.000 euro liquidati), non mette fine alla sofferenza, non aggiusta le cose, non fa tornare indietro le lancette dell’orologio. Ne parliamo in questo articolo dedicato alla vicenda di una paziente 66enne, morta dopo un lungo periodo trascorso in coma post-anossico irreversibile. E lo facciamo con la voce di chi ha amato questa donna, e la ama ancora.