Risarcimento per infezione da stafilococco aureo

Risarcimento per infezione da stafilococco aureo: un caso di successo

Ultimo Aggiornamento 24 Aprile 2025

Con l’assistenza dell’’Avv. Gabriele Chiarini, i familiari di una paziente deceduta in Ospedale per una vicenda di malpractice medica legata a un’infezione da stafilococco aureo, hanno potuto ricevere un risarcimento di complessivi euro 520.000,00 all’esito di una complessa e delicata trattativa, che ha infine condotto alla definizione transattiva del sinistro.

In questo approfondimento, analizziamo le peculiarità di questo caso di malasanità relativo a un’infezione da stafilococco aureo, esaminando anche le caratteristiche di questo pericoloso batterio ospedaliero e le modalità con cui è possibile ottenere un risarcimento per casi simili.

§ 1. Il caso di malasanità: infezione da stafilococco aureo e decesso

La vicenda clinica da cui prendiamo le mosse riguarda un caso purtroppo comune di infezione nosocomiale da stafilococco aureo, che rappresenta una fattispecie tipica di malasanità che affrontiamo frequentemente nella nostra pratica professionale.

In estrema sintesi: una paziente entra in ospedale per un problema medico importante e viene inizialmente trattata in modo adeguato, tanto da sembrare avviata verso la guarigione. Tuttavia, la situazione inizia a peggiorare progressivamente e inesorabilmente a causa di una delle più temibili complicanze dell’assistenza sanitaria: la paziente contrae una polmonite nosocomiale per infezione da pseudomonas e Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (MRSA).

Questa infezione ospedaliera, complice il periodo festivo, e la concomitante carenza di personale sanitario, è stata diagnosticata con colpevole ritardo. I sintomi iniziali di febbre, difficoltà respiratorie e malessere generale non sono stati adeguatamente valutati, ritardando gli esami colturali necessari per identificare il patogeno responsabile.

Le terapie antimicrobiche sono state avviate quando la situazione clinica era già gravemente compromessa. La progressione dell’infezione da stafilococco aureo, particolarmente aggressiva nella sua forma resistente agli antibiotici, ha rapidamente causato un quadro settico che ha portato al decesso della paziente, nonostante i tentativi tardivi di intervento.

§ 2. Stafilococco aureo: caratteristiche e pericoli in ambiente ospedaliero

Lo stafilococco aureo (Staphylococcus aureus) rappresenta uno dei protagonisti più temibili nell’ambito delle infezioni ospedaliere. Questo microrganismo, il cui nome latino “aureus” deriva dal caratteristico colore dorato delle sue colonie, merita particolare attenzione per la sua complessità biologica e per il suo impatto sulla salute pubblica.

§ 2.1 Un ospite silenzioso che diventa nemico

Il corpo umano ospita naturalmente questo batterio: circa il 30% della popolazione è portatrice asintomatica di stafilococco aureo nelle fosse nasali, sulla pelle o nel tratto gastrointestinale. In condizioni normali, convive pacificamente con l’organismo umano grazie all’equilibrio della flora batterica e all’efficienza del sistema immunitario.

Tuttavia, quando questo delicato equilibrio si rompe, come spesso avviene durante un ricovero ospedaliero, un intervento chirurgico o in presenza di patologie debilitanti,  lo stafilococco aureo può trasformarsi in un aggressore letale. Non è un caso che la letteratura scientifica lo classifichi come “patogeno opportunista”: attende pazientemente il momento di vulnerabilità dell’ospite per scatenare infezioni potenzialmente devastanti.

§ 2.2 Un nemico dotato di straordinarie capacità offensive

Ciò che rende lo stafilococco aureo particolarmente pericoloso è il suo sofisticato arsenale di meccanismi patogenetici, frutto di milioni di anni di coevoluzione con l’essere umano:

  • Alta trasmissibilità: lo stafilococco aureo si trasmette con sorprendente facilità attraverso il contatto diretto con persone infette o colonizzate, ma anche mediante superfici contaminate. 
  • Capacità di adattamento ambientale: in ambiente ospedaliero, può sopravvivere per settimane su superfici inanimate come maniglie, tastiere o dispositivi medici, creando reservoir di infezione persistenti che sfidano anche i più rigorosi protocolli di sanificazione. 
  • Resistenza agli agenti fisici e chimici: sopporta l’essiccamento, temperature elevate e persino alcuni disinfettanti comuni se non utilizzati correttamente. Questa capacità di persistenza ambientale trasforma ogni superficie ospedaliera in un potenziale veicolo di trasmissione, rendendo la prevenzione particolarmente complessa.
  • Formazione di biofilm protettivi: una delle strategie più sofisticate dello stafilococco aureo è la capacità di creare biofilm, vere e proprie “città microbiche” in cui i batteri si organizzano in comunità strutturate, protette da una matrice polimerica che essi stessi producono. Questi biofilm possono formarsi su dispositivi medici come cateteri venosi centrali, valvole cardiache protesiche, protesi articolari e pacemaker. All’interno del biofilm, i batteri non solo sono fisicamente protetti dall’azione degli antibiotici e dalle difese immunitarie dell’ospite, ma modificano anche il loro metabolismo, diventando fino a 1000 volte più resistenti ai trattamenti antimicrobici. Per questo motivo, le infezioni associate a biofilm sono spesso croniche e recidivanti, richiedendo talvolta la rimozione del dispositivo infetto.
  • Arsenale tossico devastante: Lo stafilococco aureo è un vero “maestro” nella produzione di tossine che aggrediscono i tessuti umani. Il suo repertorio include:
    • Esotossine citolitiche come l’alfa-tossina, che perfora le membrane cellulari causando la morte delle cellule
    • Enterotossine che provocano intossicazioni alimentari
    • Tossina della sindrome da shock tossico (TSST-1) responsabile di una condizione potenzialmente letale
    • Tossine esfoliative che causano la sindrome della pelle scottata (particolarmente grave nei neonati)
    • Leucocidine che distruggono i globuli bianchi, compromettendo le difese immunitarie

Questa capacità di produrre tossine diverse spiega la varietà di manifestazioni cliniche delle infezioni stafilococciche, dalle forme cutanee relativamente benigne alle sepsi fulminanti.

  • Evasione immunitaria sofisticata: lo stafilococco aureo ha sviluppato strategie sorprendenti per eludere le difese immunitarie dell’ospite. Produce proteine che neutralizzano gli anticorpi, interferisce con l’attivazione del complemento e può persino sopravvivere all’interno delle cellule immunitarie che dovrebbero eliminarlo, utilizzandole come “cavalli di Troia” per diffondersi nell’organismo.
  • Sviluppo di resistenza agli antibiotici: la capacità di acquisire e sviluppare resistenza agli antibiotici rappresenta forse la caratteristica più allarmante dello stafilococco aureo moderno. Nel corso degli anni, questo patogeno ha accumulato meccanismi di resistenza contro praticamente tutte le classi di antibiotici disponibili, attraverso mutazioni genetiche e acquisizione di geni di resistenza da altri batteri.

Il fenomeno più preoccupante è rappresentato dai ceppi MRSA (Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus), resistenti non solo alla meticillina ma a tutti gli antibiotici beta-lattamici, che costituiscono la spina dorsale della terapia antibiotica attuale. Nei reparti ospedalieri ad alto rischio, la prevalenza di MRSA può superare il 50% degli isolati di stafilococco aureo, limitando drasticamente le opzioni terapeutiche. Tuttavia negli ultimi anni, dal 2023, si osserva un andamento diminuzione rispetto agli anni precedenti.

§ 2.3 Il pesante tributo clinico delle infezioni da stafilococco aureo

Quando lo stafilococco aureo riesce a superare le barriere difensive, può provocare un’impressionante varietà di quadri clinici, che spaziano da infezioni localizzate a condizioni sistemiche potenzialmente letali:

  • Infezioni delle ferite chirurgiche: rappresentano una delle complicanze più frequenti in chirurgia. La contaminazione può avvenire durante l’intervento stesso o nel periodo post-operatorio, portando a ritardi nella guarigione, deiscenza della ferita e, nei casi più gravi, a infezioni profonde che richiedono reintervento.
  • Polmoniti nosocomiali: particolarmente frequenti nei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica, sono caratterizzate da elevata mortalità. Lo stafilococco aureo è tra i principali responsabili di queste infezioni, spesso difficili da trattare per la resistenza antibiotica e la capacità del patogeno di danneggiare il tessuto polmonare attraverso le sue tossine.
  • Batteriemie e sepsi: la diffusione del batterio nel sangue rappresenta una complicanza temibile. La sepsi da stafilococco aureo si sviluppa rapidamente, con progressione verso shock settico e insufficienza multiorgano nonostante terapie intensive appropriate.
  • Endocarditi: l’infezione delle valvole cardiache è particolarmente insidiosa, con mortalità elevata e necessità frequente di intervento chirurgico. 
  • Infezioni di protesi articolari e dispositivi impiantati: devastanti per il paziente, queste infezioni richiedono spesso la rimozione del dispositivo, trattamenti antibiotici prolungati e reinterventi, con impatto significativo sulla qualità di vita.
  • Osteomieliti: le infezioni ossee da stafilococco aureo sono particolarmente difficili da eradicare, tendono alla cronicizzazione e possono richiedere terapie antibiotiche di molti mesi, associate a interventi chirurgici di bonifica.

§ 2.4 I soggetti più vulnerabili: quando il rischio diventa concreto

Non tutti i pazienti ospedalizzati hanno lo stesso rischio di sviluppare infezioni da stafilococco aureo. Alcuni gruppi presentano una vulnerabilità notevolmente aumentata:

  • Pazienti immunocompromessi: Individui sottoposti a chemioterapia, trapiantati d’organo in terapia immunosoppressiva, pazienti con AIDS o malattie autoimmuni in trattamento con farmaci biologici hanno difese naturalmente compromesse contro le infezioni.
  • Pazienti in terapia intensiva: L’estrema fragilità clinica, associata all’uso di dispositivi invasivi e antibiotici ad ampio spettro, crea il perfetto “terreno di coltura” per infezioni da stafilococco aureo resistente.
  • Pazienti chirurgici: L’alterazione delle barriere cutanee e mucose, insieme allo stress chirurgico che deprime temporaneamente il sistema immunitario, aumenta significativamente il rischio infettivo.
  • Portatori di dispositivi medici invasivi: Cateteri vascolari, tubi endotracheali, drenaggi e altri dispositivi rappresentano vere e proprie “autostrade” che facilitano l’ingresso dei patogeni, bypassando le difese naturali.
  • Anziani e neonati: Rappresentano i due estremi della vita in cui il sistema immunitario è naturalmente meno efficiente, con conseguente maggiore suscettibilità alle infezioni.
  • Pazienti con patologie croniche: Diabete, insufficienza renale cronica, malattie polmonari croniche e altre condizioni debilitanti compromettono i meccanismi di difesa e aumentano il rischio di infezioni gravi.

Vuoi valutare un potenziale caso di malasanità da stafilococco aureo?

Se tu o un tuo familiare avete contratto un’infezione ospedaliera da Staphylococcus aureus con gravi conseguenze, è fondamentale agire tempestivamente. Il nostro Studio è focalizzato sull’assistenza legale per casi di malasanità, con particolare attenzione alle infezioni nosocomiali da MRSA e alla responsabilità delle strutture sanitarie. Valutiamo con rigore ogni elemento clinico e giuridico per tutelare i tuoi diritti e, quando ci sono i presupposti, ottenere un risarcimento adeguato al danno subito.

§ 3. MRSA: perché lo stafilococco aureo è così pericoloso

Il MRSA (Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus) rappresenta una delle varianti più pericolose di stafilococco aureo e, purtroppo, è quello che ha colpito la paziente nel caso in esame. Si tratta di un ceppo batterico che ha sviluppato resistenza alla meticillina e, di conseguenza, a praticamente tutti gli antibiotici beta-lattamici, che includono penicilline e cefalosporine, tradizionalmente utilizzati per il trattamento delle infezioni da stafilococco.

Questa resistenza rende il “MRSA” particolarmente difficile da trattare per diverse ragioni:

  • Opzioni terapeutiche limitate: gli antibiotici efficaci contro il MRSA sono pochi e spesso presentano maggiori effetti collaterali
  • Necessità di antibiotici più potenti: il trattamento richiede l’uso di farmaci di ultima linea come vancomicina, linezolid o daptomicina
  • Ritardi nel trattamento efficace: la resistenza agli antibiotici di prima linea comporta spesso un ritardo nell’implementazione di una terapia efficace
  • Maggiore virulenza: alcuni ceppi di MRSA hanno acquisito fattori di virulenza aggiuntivi

Nel caso della nostra paziente, il ritardo nella diagnosi dell’infezione da MRSA ha comportato un trattamento tardivo, quando l’infezione aveva già raggiunto uno stadio avanzato. Inoltre, come spesso accade nei casi di infezioni da MRSA, la terapia antibiotica di ampio spettro inizialmente somministrata non solo è risultata inefficace contro il batterio resistente, ma ha probabilmente favorito la selezione di ulteriori ceppi resistenti, complicando ulteriormente il quadro clinico.

§ 4. Come dimostrare la responsabilità in caso di infezione da stafilococco aureo

Dimostrare la responsabilità della struttura sanitaria in caso di infezione da stafilococco aureo richiede un approccio metodico basato su evidenze cliniche e scientifiche. Nel caso seguito dal nostro Studio, abbiamo adottato una strategia probatoria che ha portato al riconoscimento della responsabilità dell’ospedale e al conseguente risarcimento.

Gli elementi chiave per dimostrare la responsabilità includono:

  1. Prova dell’assenza dell’infezione al momento del ricovero: è fondamentale dimostrare che il paziente non fosse già infetto da stafilococco aureo al momento del ricovero. Questo può essere fatto attraverso l’analisi della documentazione clinica iniziale e dei primi esami effettuati.
  2. Tempistica dell’insorgenza dell’infezione: l’infezione deve manifestarsi durante la degenza ospedaliera e dopo un periodo compatibile con il tempo di incubazione tipico dello stafilococco aureo.
  3. Documentazione di carenze nelle procedure di prevenzione: identificare e documentare eventuali lacune nei protocolli di prevenzione delle infezioni, come:
    • Inadeguata igiene delle mani del personale
    • Carenze nella sterilizzazione di strumenti e dispositivi
    • Mancato isolamento di pazienti infetti
    • Insufficiente sanificazione degli ambienti
  4. Ritardo nella diagnosi e nel trattamento: dimostrare che, una volta manifestatisi i sintomi dell’infezione, vi sia stato un ritardo ingiustificato nella diagnosi e nell’avvio di una terapia adeguata.
  5. Consulenza tecnica medico-legale: una perizia medico-legale che stabilisca il nesso causale tra l’infezione da stafilococco aureo e il danno subito dal paziente.

Nel caso specifico della nostra assistita, la documentazione clinica ha evidenziato chiaramente l’assenza dell’infezione al momento del ricovero, la sua insorgenza durante la degenza ospedaliera, e il ritardo nella diagnosi e nel trattamento dell’infezione, specialmente nel periodo festivo caratterizzato da carenza di personale.

§ 5. Tempi e modalità per richiedere un risarcimento per infezione nosocomiale

In caso di infezione da stafilococco aureo contratta in ospedale, è importante conoscere i tempi e le modalità per richiedere un risarcimento:

§ 5.1 Tempi di prescrizione:

  • 5 anni è il termine (prudenziale) di prescrizione per richiedere il risarcimento del danno parentale in caso di responsabilità medica con morte del paziente;
  • Il termine decorre dalla data del decesso o, se successivo, dal momento in cui il danno si manifesta e viene percepito come ingiusto.

§ 5.2 Modalità di richiesta:

  1. Raccolta documentazione: il primo passo fondamentale è raccogliere tutta la documentazione clinica pertinente, incluse cartelle cliniche, referti di esami e consulti specialistici
  2. Valutazione preliminare: è consigliabile sottoporre il caso a una valutazione preliminare da parte di avvocati specializzati in responsabilità medica e consulenti tecnici con esperienza in infezioni ospedaliere
  3. Procedura di mediazione obbligatoria o ATP: prima di intentare causa, è necessario esperire il tentativo obbligatorio di mediazione, o il procedimento di ATP conciliativo, come previsto dalla Legge Gelli-Bianco
  4. Azione legale: in caso di esito negativo della mediazione e/o dell’ATP, si potrà procedere con l’azione legale vera e propria

Nel caso seguito dal nostro Studio, l’approccio metodico nella raccolta delle prove e la solida consulenza tecnica hanno permesso di giungere a una definizione transattiva del sinistro, con un risarcimento di 520.000 euro, evitando alle famiglie il protrarsi di un lungo contenzioso giudiziario.

§ 6. Il problema delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) negli ospedali italiani

Le infezioni da stafilococco aureo rientrano nella più ampia categoria delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), un problema di salute pubblica di notevole rilevanza in Italia.

Le stime più prudenti parlano di almeno 6.000 decessi all’anno per infezioni ospedaliere. Questo significa che in Italia più di 16 persone al giorno perdono la vita per questa ragione: una persona ogni ora e mezza muore per una ICA.

È fuorviante l’affermazione secondo cui “il rischio zero non esiste”. Le infezioni sono un fenomeno che le Strutture devono e possono circoscrivere, prevenire ed evitare, come dimostrano esperienze virtuose in alcune realtà ospedaliere italiane.

Per approfondimenti sulle infezioni nosocomiali e sul loro impatto sul sistema sanitario italiano, vi invitiamo a consultare il nostro articolo dedicato: Infezioni Nosocomiali

§ 7. Riflessioni conclusive sul caso e sulla prevenzione

Il caso di infezione da stafilococco aureo MRSA che abbiamo seguito rappresenta purtroppo una realtà troppo comune negli ospedali italiani. Il risarcimento ottenuto di 520.000 euro, sebbene significativo, non potrà mai compensare pienamente la perdita subita dai familiari.

La prevenzione delle infezioni da stafilococco aureo in ambiente ospedaliero richiede un approccio sistematico che includa:

  • Protocolli rigorosi di igiene delle mani per tutto il personale sanitario
  • Screening dei pazienti a rischio di essere portatori di MRSA
  • Isolamento tempestivo dei pazienti infetti o colonizzati
  • Politiche appropriate di uso degli antibiotici per prevenire l’emergere di resistenze
  • Sanificazione accurata degli ambienti e degli strumenti
  • Formazione continua del personale sanitario sui protocolli di prevenzione
  • Sistemi di sorveglianza per monitorare l’incidenza delle infezioni

Nel nostro ruolo di avvocati specializzati in responsabilità medica, riteniamo che la tutela dei pazienti passi anche attraverso un’adeguata informazione sui rischi e sulle possibilità di ottenere giustizia in caso di danni subiti a causa di infezioni ospedaliere da stafilococco aureo.

Se voi o un vostro familiare avete subito danni a causa di un’infezione da stafilococco aureo contratta in ospedale, non esitate a contattare il nostro Studio per una valutazione del caso.

RISORSE & DOCUMENTI SCARICABILI

Guarda anche alcuni degli altri casi di malasanità e decesso evitabile che abbiamo concluso con esito favorevole:

Staphylococcus aureus è il più pericoloso tra tutti i numerosi e comuni batteri appartenenti al genere degli stafilococchi.

MSD Manual