Il risarcimento malasanità è un diritto fondamentale per chi subisce danni a causa di errori medici o cattiva gestione sanitaria. Sapere come richiedere il risarcimento è essenziale per ottenere giustizia. Ma come si procede per ottenere un risarcimento da errore medico? Quali sono i requisiti necessari e quali i tempi per essere risarciti del danno subito?
In questo articolo vedremo cosa fare per avanzare la richiesta di risarcimento danni da malasanità, a chi rivolgersi e come evitare lungaggini che potrebbero rallentare il processo. Segui le procedure corrette per ottenere ciò che ti è dovuto.
INDICE SOMMARIO
- § 1. Quali sono i requisiti per avanzare la richiesta di risarcimento danni da malasanità?
- § 2. Danni risarcibili
- § 3. Tempi per ottenere il risarcimento da malasanità
- § 4. Come si calcola il risarcimento per malasanità?
- § 5. Procedura per richiedere il risarcimento da malasanità
- § 6. Come noi gestiamo un caso di malasanità e il suo risarcimento
- § 7. Iter della pratica
- § 8. Quanto costa ottenere il risarcimento del danno
- Ultimi casi di risarcimento malasanità risolti dallo studio
§ 1. Quali sono i requisiti per avanzare la richiesta di risarcimento danni da malasanità?
Per avanzare una richiesta di risarcimento in un caso di malasanità, è necessario dimostrare il collegamento tra il danno subito e l’errore commesso durante il trattamento sanitario. La malasanità riguarda situazioni in cui un paziente subisce un danno a causa di cure inadeguate o errori nella gestione del trattamento da parte del personale sanitario o della struttura.
L’errore medico è una delle cause più comuni di risarcimento in casi di malasanità. Si verifica quando un medico o altro operatore sanitario non rispetta gli standard di cura previsti, causando un danno al paziente. Tuttavia, va distinto dalle complicanze, che possono essere prevedibili, ma non evitabili. Perché la richiesta abbia concrete possibilità di successo, è essenziale soddisfare alcuni requisiti specifici.
§ 1.1 Tempi di prescrizione per richiedere il risarcimento da errore medico
Il diritto al risarcimento ha una scadenza precisa. Se vuoi fare causa a una struttura sanitaria, non importa se pubblica o privata, hai fino a 10 anni per avanzare la richiesta. Anche se vuoi fare causa a un medico che hai scelto personalmente (e magari anche pagato per la sua prestazione) gli anni sono 10, perché si applicano le regole della responsabilità contrattuale.
Invece, se vuoi fare causa al medico strutturato di un ospedale pubblico, che ti ha causato il danno nel corso del suo servizio, allora il termine si riduce a 5 anni: qui si applicano le regole della responsabilità extra-contrattuale (ecco perché, il più delle volte, non conviene agire contro il medico, ma è meglio rivolgersi alla struttura in cui lavora).
Ma da quando si iniziano a contare questi anni?
I tempi di prescrizione decorrono dal momento in cui il danno subito dal paziente si manifesta, rendendosi percepibile all’esterno. Questo è particolarmente importante in quei casi in cui i danni da malasanità si sviluppano lentamente o hanno un lungo tempo di incubazione. Il termine non parte necessariamente dal momento in cui si è verificato l’errore medico, ma parte dal momento in cui il danno diventa evidente.
§ 1.2 Documentazione medica completa
Senza la documentazione medica adeguata, come cartelle cliniche, referti e prescrizioni, sarà difficile dimostrare che il danno è stato causato da un errore medico o da una cattiva gestione sanitaria.
Ogni dettaglio documentato può fare la differenza nella valutazione del caso e nella dimostrazione del nesso tra le cure ricevute e il danno subito. Assicurati di avere tutta la documentazione in ordine e completa.
§ 1.3 Danno evidente e dimostrabile
Il danno subito deve essere concreto, visibile e ben documentato. Subire una cattiva esperienza in ambito medico non è sufficiente per ottenere un risarcimento. Il danno deve essere evidente e avere un impatto significativo sulla vita quotidiana del paziente, sia a livello fisico che psicologico.
È essenziale dimostrare, attraverso prove solide, l’esistenza del danno e la sua diretta correlazione con un errore medico o una gestione sanitaria inadeguata. Solo quando tutti e tre questi elementi sono presenti, è possibile avanzare una richiesta di risarcimento. Inoltre, in caso di decesso del paziente, anche i familiari hanno diritto a richiedere il risarcimento da malasanità che ha portato alla morte del paziente.
Per dimostrare che si è subito un danno da malasanità è necessaria la perizia medico-legale. La perizia è il documento che analizza la cartella clinica e tutti gli altri elementi rilevanti, verificando se l’operato del medico o della struttura sanitaria abbia effettivamente causato il danno.
Il nesso causale è l’elemento centrale da dimostrare: bisogna provare che il danno non sarebbe accaduto se il medico avesse agito secondo gli standard di cura previsti. Senza questa dimostrazione, non è possibile ottenere il risarcimento. La perizia svolge un ruolo fondamentale in questa fase, confermando se il danno subito dal paziente è stato una conseguenza diretta dell’errore sanitario. Solo quando il nesso causale è chiaro, la richiesta di risarcimento può avere concrete possibilità di successo.
§ 2. Danni risarcibili
Come abbiamo visto per ottenere un risarcimento in un caso di malasanità, è necessario che il danno subito sia dimostrabile e direttamente collegato all’errore medico o alla cattiva gestione sanitaria. Ma quali tipi di danno possono essere risarciti e chi ha diritto a farne richiesta?
I danni risarcibili possono variare molto a seconda della gravità e dell’impatto sulla vita del paziente. Tra i principali troviamo:
- Danni fisici: lesioni permanenti o temporanee che compromettono la capacità del paziente di condurre una vita normale. Questi includono, ad esempio, danni da errori chirurgici, infezioni post-operatorie o peggioramenti delle condizioni di salute dovuti a una diagnosi errata.
- Danni psicologici: il trauma psicologico che deriva da un errore medico può essere altrettanto debilitante. Ansia, depressione o disturbi post-traumatici causati da un’esperienza medica negativa possono costituire una valida base per una richiesta di risarcimento.
- Danni economici: le spese mediche aggiuntive, la perdita di reddito a causa dell’incapacità di lavorare e altre spese sostenute come conseguenza dell’errore medico sono anch’essi risarcibili.
§ 3. Tempi per ottenere il risarcimento da malasanità
Il periodo di tempo necessario per ottenere il risarcimento dipende da vari fattori, tra cui la complessità del caso e la strada che si sceglie di percorrere, stragiudiziale o giudiziale.
La via più rapida per ottenere un risarcimento è quella stragiudiziale. I tempi di risoluzione possono variare, ma è difficile che si possa riuscire a raggiungere un accordo prima di 6 mesi dall’apertura del sinistro, sempre che tutte le prove e la perizia medico-legale siano in ordine. La liquidazione del risarcimento avviene generalmente entro un termine che va da 45 a 90 giorni dalla firma della transazione.
Se si avvia una causa civile i tempi del risarcimento si allungano, con una media che si aggira intorno ai 2-3 anni per la conclusione del procedimento. Tuttavia, casi particolarmente complessi possono richiedere più tempo, a seconda della velocità con cui il tribunale gestisce la causa e della quantità di prove da esaminare.
L’assistenza di un avvocato esperto in malasanità può fare la differenza, accelerando il processo e garantendo che la richiesta di risarcimento sia fondata su una solida documentazione e perizia medico-legale.
§ 4. Come si calcola il risarcimento per malasanità?
Il risarcimento per malasanità si basa su criteri che tengono conto di vari fattori, tra cui l’età del paziente al momento del danno e la gravità dell’invalidità subita. Le tabelle del Tribunale di Milano, generalmente utilizzate per questi calcoli, assegnano un valore monetario a ogni punto percentuale di invalidità permanente, personalizzabile in base alle specificità del caso, come le ripercussioni psicologiche o la sofferenza personale.
Per esempio, un danno del 25% in un paziente giovane avrà un peso economico maggiore rispetto allo stesso danno subito da una persona anziana, poiché l’impatto sulla vita futura è più significativo. Anche i familiari possono avere diritto al risarcimento per la perdita o la lesione del rapporto parentale, nel caso di decesso o invalidità grave del congiunto.
Per maggiori dettagli su come viene calcolato il risarcimento e su altri criteri specifici, scopri di più nel nostro articolo dedicato alle tabelle risarcimento per errore medico.
§ 5. Procedura per richiedere il risarcimento da malasanità
In caso di danno subito a causa di malasanità, esistono diverse opzioni per ottenere un risarcimento. Ogni percorso richiede attenzione e un’adeguata assistenza legale, indispensabile per garantire che ogni aspetto della richiesta venga curato con precisione.
Le modalità per avanzare una richiesta includono soluzioni stragiudiziali, giudiziali e la mediazione sanitaria, ciascuna con caratteristiche specifiche che possono influenzare i tempi e le modalità di risoluzione.
§ 5.1 Richiesta stragiudiziale
La via stragiudiziale rappresenta una soluzione che permette di evitare il ricorso al tribunale. In questa fase, il danneggiato dalla malasanità, assistito da un legale, invia una richiesta formale alla struttura sanitaria o al medico responsabile, chiedendo il risarcimento per il danno subito.
L’obiettivo è raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti, risolvendo la questione in tempi più brevi rispetto a una causa giudiziale. Se la controparte accetta la richiesta, il risarcimento può essere liquidato in maniera più rapida.
§ 5.2 Procedura giudiziale
Qualora la richiesta stragiudiziale non porti a un accordo, il danneggiato ha la possibilità di procedere con una causa civile. Questo implica il coinvolgimento del tribunale e l’avvio di un procedimento giudiziale.
In questa fase, l’assistenza di un avvocato diventa essenziale per rappresentare il danneggiato, raccogliere le prove necessarie, incluse perizie medico-legali, e presentare il caso dinanzi al giudice. Sebbene questa procedura richieda più tempo rispetto alla via stragiudiziale, può essere l’unica soluzione quando la controparte si dimostra poco collaborativa o nega il risarcimento.
§ 5.3 Mediazione sanitaria
La mediazione sanitaria rappresenta un’alternativa al processo civile, mirata a risolvere la controversia in modo più rapido e meno oneroso. Durante la mediazione, un mediatore neutrale facilita il dialogo tra il danneggiato e la controparte, al fine di raggiungere un accordo senza la necessità di un giudizio.
Sebbene più informale rispetto a una causa civile, anche in questa procedura è necessaria la presenza di un avvocato, che garantisce che i diritti del danneggiato siano tutelati e che la richiesta di risarcimento sia gestita in modo corretto. La mediazione può ridurre notevolmente i tempi di risoluzione e rappresentare una via efficace per ottenere il risarcimento.
Per saperne di più sull’argomento puoi leggere l’approfondimento dell’avvocato Chiarini, esperto di malasanità, dedicato alla mediazione per responsabilità medica.
§ 5.4 Assistenza legale
Ottenere un risarcimento per malasanità richiede una valutazione attenta delle opzioni procedurali disponibili. In ogni caso è fondamentale essere assistiti da un avvocato esperto, che sappia gestire ogni fase del processo e tutelare i diritti del danneggiato. L’assistenza legale garantisce che la richiesta di risarcimento sia completa, supportata dalle prove necessarie e presentata nei tempi corretti.
Per maggiori informazioni sul caso specifico o per iniziare la tua procedura di risarcimento, contatta lo Studio Chiarini. L’esperienza maturata nel settore della malasanità e la collaborazione con specialisti medici e legali permetteranno di ottenere la giusta tutela per il risarcimento dei danni subiti.
§ 6. Come noi gestiamo un caso di malasanità e il suo risarcimento
Ogni caso di presunta malasanità che viene sottoposto alla nostra attenzione deve ricevere una duplice analisi: giuridica e medica. Preliminarmente, è necessario trasmetterci in copia tutta la documentazione sanitaria relativa alla vicenda ed utile alla valutazione, con particolare riferimento a:
- cartelle cliniche;
- certificati, referti, annotazioni e lettere di dimissioni;
- lastre, radiografie, ecografie, reperti iconografici e immagini degli esami strumentali eseguiti;
- prescrizioni di medicinali e ricette mediche;
- fotografie o video di eventuali ferite o cicatrici;
- certificazioni di spese mediche sostenute;
- eventuali contratti di assicurazione sanitaria.
Ricorda che copia della cartella clinica e della documentazione sanitaria relativa al paziente può essere richiesta alla struttura che lo ha avuto in cura e deve essere rilasciata entro 7 giorni (lo prevede l’art. 4 della legge Gelli Bianco).
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha peraltro stabilito, con sentenza del 26/10/2023, che il paziente ha diritto di ottenere gratuitamente una prima copia della sua cartella medica contenente una riproduzione fedele e intelligibile dei suoi dati personali e relativi alla salute. Pertanto non sarebbe neppure consentito chiedere – come invece accade pressoché inevitabilmente – il rimborso delle spese di copia agli aventi diritto.
E’ comunque opportuno che, insieme alla documentazione, ci venga trasmessa una sintetica ricostruzione della vicenda, nella quale l’interessato o i suoi congiunti “raccontano” cosa è accaduto e descrivono le loro perplessità a proposito della qualità dei servizi sanitari erogati.
Sarà nostra cura contattarti nel più breve tempo possibile (di regola entro le successive 24 ore) per illustrarti dettagliatamente le modalità attraverso cui potremo esprimere un parere preliminare sulla risarcibilità e, se il caso dovesse risultare procedibile, programmare la gestione delle successive fasi della pratica.
§ 7. Iter della pratica
Il percorso verso il risarcimento danni in ambito di malasanità si sviluppa attraverso una sequenza cronologica ben precisa e collaudata, che – nella sua versione integrale – puoi consultare qui: vai alla timeline.
In linea di massima, seguiamo 4 macrofasi operative.
Prima fase: valutazione preliminare sommaria sulla risarcibilità
Ti chiederemo di trasmetterci una breve ricostruzione della vicenda, nella quale ci “racconterai” cosa è accaduto e ci esprimerai i tuoi eventuali dubbi. Inoltre, dovrai mandarci copia di tutta la documentazione clinica (in particolare: cartelle cliniche, certificati, referti, prescrizioni, certificazioni, lettere di dimissioni).
I nostri professionisti (avvocati e medici) effettueranno una valutazione preliminare ed esprimeranno un parere sommario sul “fumus” della responsabilità.
Seconda fase: istruttoria e relazione medico-legale
In caso di esito positivo della prima fase, effettueremo un doveroso approfondimento medico-legale e specilistico sulla vicenda, con l’affidamento di apposito incarico ad un collegio di nostri consulenti di fiducia (o, se lo preferisci, ad altri consulenti da te individuati).
Redigeremo quindi una vera e propria consulenza tecnica di parte medico-legale e specialistica.
Terza fase: gestione stragiudiziale
Già nel corso del completamento della relazione medico-legale, i nostri avvocati individueranno il soggetto responsabile ed invieranno una prima diffida, utile anche ad interrompere la prescrizione.
Effettueremo inoltre tutti i tentativi per raggiungere una definizione transattiva della vertenza, anche con l’esperimento dei procedimenti di mediazione previsti dalla legge, con l’obiettivo di concordare con la struttura sanitaria interessata o con la rispettiva assicurazione un congruo importo risarcitorio.
Quarta fase: azione giudiziale
Quale extrema ratio, laddove la trattativa stragiudiziale non raggiunga il suo scopo, si valuterà l’opportunità di promuovere un giudizio civile.
Agiremo preferibilmente con le forme di un accertamento tecnico ante causam o di una consulenza preventiva ai fini della composizione della lite. All’esito, seguirà l’eventuale giudizio di merito. Non è infrequente, ad ogni modo, che l’accordo transattivo possa intervenire proprio in corso di giudizio.
§ 8. Quanto costa ottenere il risarcimento del danno
Puoi contattarci con estrema serenità: non assumi alcun impegno economico esponendoci un caso ed inviandoci tutta la documentazione necessaria alla valutazione della vicenda clinica.
In linea generale, il nostro compenso è proporzionale al risultato ottenuto e viene liquidato soltanto all’esito della effettiva riscossione del risarcimento erogato dai soggetti responsabili, i quali sono per lo più garantiti da apposite polizze assicurative o da altre forme di ritenzione del rischio assicurativo.
Ove sussistano i requisiti per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, potremo valutare insieme l’opportunità di nominare il difensore e il consulente tecnico di parte con prenotazione delle spese a debito dell’erario.
Se il tuo caso verrà reputato meritevole di trattazione, sarà nostra cura illustrarti le modalità per la sua gestione: dalla valutazione medico-legale e specialistica, alla gestione stragiudiziale della vertenza, fino – qualora necessario – alla proposizione dell’azione giudiziale di risarcimento danni per malasanità.