Diritti del malato

Quali sono i diritti del malato e come si tutelano

Nel 2002, un network di organizzazioni civiche provenienti da diversi Paesi europei ha presentato a Bruxelles la “Carta Europea dei Diritti del Malato”, un documento che sintetizza in 14 punti i diritti fondamentali di tutti i cittadini che si rivolgono ai servizi sanitari. La Carta rappresenta uno strumento prezioso per rendere più consapevoli i pazienti e fornire loro un parametro di riferimento con cui valutare la qualità dell’assistenza ricevuta.

Conoscere i propri diritti come paziente è di fondamentale importanza quando ci si trova ad affrontare un problema di salute e si ha la necessità di rivolgersi a una struttura sanitaria. Troppo spesso, purtroppo, chi soffre di una patologia – soprattutto se in condizione di fragilità o vulnerabilità – non ha piena consapevolezza di quali tutele può far valere nei confronti di chi è chiamato, per professione, a prendersi cura di lui.

Quali sono, in concreto, questi diritti? E soprattutto, a chi rivolgersi quando i diritti del malato non vengono rispettati? Scopo di questo articolo è proprio fare chiarezza su questi interrogativi, per garantire ai pazienti gli strumenti necessari a far valere le proprie ragioni in un ambito così delicato come quello della tutela della salute.

§ 1. Cosa si intende per diritti del malato?

I diritti del malato rappresentano l’espressione concreta del più ampio diritto alla salute, un diritto fondamentale riconosciuto a livello sia nazionale che europeo. L’art. 32 della Costituzione italiana, infatti, tutela la salute come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, mentre l’art. 35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE sancisce il diritto di ogni persona di accedere alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche.

Da questi principi discende l’obbligo per le strutture sanitarie, pubbliche e private, di garantire a tutti i pazienti l’accesso a cure appropriate e di qualità, erogate nel rispetto della loro dignità, della loro autonomia e del loro diritto all’autodeterminazione. Ciò significa che ogni paziente ha diritto a ricevere un’assistenza sanitaria che sia al tempo stesso efficace, sicura, tempestiva e personalizzata sulla base delle proprie esigenze e preferenze.

Quando si verificano casi di malasanità, ovvero di cattiva gestione dell’assistenza sanitaria con conseguenze negative per il paziente, la responsabilità ricade prima di tutto sulla struttura nel suo complesso, più che sul singolo operatore. È infatti compito dell’organizzazione sanitaria predisporre tutte le condizioni necessarie, in termini di risorse, personale e processi, per garantire il pieno rispetto dei diritti del malato e prevenire il rischio di errori e danni evitabili.

§ 1.1 I quattordici diritti fondamentali del malato secondo la Carta Europea

Quando si parla di diritti dei malati si pensa subito ai 14 diritti stabiliti dalla Carta europea dei diritti del malato

I 14 diritti dei pazienti cercano di rendere concreto il diritto alla cura. Tutti questi diritti sono il punto di riferimento per valutare l’operato dei servizi sanitari, tanto pubblici quanto privati. L’obiettivo della Carta europea non è garantire il minimo indispensabile: essa mira ad assicurare un “alto livello di protezione della salute umana”. 

La Carta si divide in quattro parti fondamentali:

  1. la prima, sui diritti fondamentali;
  2. la seconda, relativa ai diritti del paziente;
  3. la terza, relativa ai diritti di cittadinanza attiva;
  4. la quarta, dedicata alle linee guida per l’implementazione dei principi stabiliti dalla stessa Carta.

Il cuore della Carta dei diritti del malato, natualmente, è costituito dai 14 diritti riconosciuti a tutti i cittadini al fine di assicurare la difesa del paziente, proteggere la salute umana ed assicurare una elevata qualità dei servizi erogati dai sistemi sanitari europei. Ecco, allora, i diritti che devono essere garantiti ad ogni individuo.

I 14 diritti del malato sono tutti fondamentali ed ognuno di essi costituisce un parametro di valutazione dell’operato della struttura sanitaria. Qui richiamiamo quei principi che acquisiscono particolare rilevanza quando un paziente ricoverato subisce un danno alla salute:

Carta europea dei diritti del malato
La Carta europea dei diritti del malato

§ 1.2 Diritti del malato: una sintesi

  • Diritto a misure preventive: le strutture sanitarie devono avere un ruolo proattivo nello stimolare i soggetti a rischio a fare controlli periodici liberi da costi, rendendo disponibili per tutti i risultati della ricerca scientifica e della innovazione tecnologica. Riteniamo opportuno aggiungere che il diritto alla prevenzione non deve avere effetti contorti, per cui vengono prescritti esami inutili in virtù della messa in pratica della cd. medicina difensiva. Anche sottoporre un soggetto ad esami di cui non ha bisogno è una mancanza di rispetto del diritto alla salute, oltre a costituire un costo inutile per la sanità;
  • Diritto di accedere a servizi sanitari adeguati al proprio stato di salute. In tal senso è un esempio di mancato rispetto del diritto di accesso il caso che abbiamo trattato di risarcimento per violazione dei diritti del malato per cui, a causa della mancanza di personale medico preparato, il paziente non ha potuto accedere ad un esame ecografico, pur essendo il macchinario presente nella struttura sanitaria;
  • Diritto a ricevere le cure mediche in tempi brevi e predeterminati, in relazione alla gravità del caso specifico;
  • Accesso a procedure di qualità, in linea con gli standard internazionali;
  • Diritto alla sicurezza: il diritto non viene rispettato quando il paziente subisce danni derivanti dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari, da malpractice e da errori medici. Un esempio di mancato rispetto del diritto alla sicurezza si ha quando si verifica in ospedale uno degli eventi avversi più frequenti: la caduta accidentale del paziente;
  • Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari: pensiamo a tutti i casi di parto distocico, i cui rischi potevano essere evitati con una corretta diagnosi. Prevedere in anticipo le difficoltà che possono insorgere può aiutare ad evitare le complicazioni durante il parto che non necessariamente sfociano in un danno alla salute, ma spesso sono causa di un trauma psicologico nella madre;
  • Diritto a un trattamento personalizzato. In merito a questo punto la Carta puntualizza che il criterio con cui si prendono le decisioni deve basarsi sullo stato di salute del singolo paziente, non su ragioni economiche. Un esempio di mancanza di rispetto di questo parametro è quando il paziente subisce un danno alla salute per dimissioni ospedaliere affrettate.
  • Diritto al risarcimento: agire in giudizio per aver subito un danno da “malasanità è un diritto.

§ 2. Come far valere i diritti del malato?

Il primo strumento per far valere i propri diritti è contemplato dalla Carta europea stessa. È il diritto all’informazione in tutti i suoi aspetti:

  • Il terzo diritto previsto dalla Carta è, appunto, il diritto di essere informati: si concretizza nel diritto di accesso alla cartella clinica, e nel diritto di chiedere informazioni sul proprio stato di salute quando non si comprende qualcosa. Questo diritto presuppone che ci si rivolga al paziente con un linguaggio accessibile e comprensibile alla media degli utenti;
  • Al diritto di informazione è strettamente legato il diritto al consenso informato: se il malato non viene istruito adeguatamente su tutte le soluzioni possibili, e sulle conseguenze che esse comportano, non può partecipare attivamente alla decisione in merito al suo stato di salute, e non è in grado di dare un consenso consapevole al proseguimento delle cure;
  • Il tredicesimo diritto contemplato dalla Carta è il diritto di reclamo: anche questo è connesso da vicino al diritto ad essere informati. Molte strutture sanitarie forniscono una carta dei diritti e dei doveri dei pazienti. Il diritto di reclamare se si subisce un danno, e di ricevere una risposta o comunque una reazione, è strettamente collegato alla consapevolezza dii essere titolari di determinati diritti. 

Qualora il paziente subisca un danno alla salute, allora la Carta contempla il diritto al risarcimento.

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§ 3. A chi rivolgersi quando i diritti del malato non vengono rispettati?

Purtroppo, non sempre i diritti dei pazienti trovano piena attuazione nella realtà delle strutture sanitarie. Quando un malato ritiene di aver subito una violazione dei suoi diritti, è importante che sappia come agire per ottenere tutela e risarcimento. La tempestività, in questi casi, è fondamentale: più si aspetta a segnalare il problema o ad avviare un’azione legale, più diventa difficile raccogliere prove e testimonianze utili a sostegno della propria posizione.

Vediamo quindi quali sono le principali strade che un paziente può percorrere per far valere i propri diritti.

§ 3.1 Strumenti di tutela interni alla struttura sanitaria

Il primo interlocutore a cui rivolgersi è la stessa struttura sanitaria presso cui si è verificato il disservizio o il presunto caso di malasanità. All’interno di ogni azienda ospedaliera o ASL, infatti, sono presenti diversi organismi deputati ad accogliere reclami e segnalazioni da parte degli utenti:

  • L’Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) rappresenta il primo punto di contatto tra il cittadino e la struttura. Qui è possibile presentare reclami, esposti, richieste di chiarimenti o di risarcimento danni. L’URP ha il compito di fornire una risposta entro tempi certi e di attivare, se necessario, i processi interni di verifica e di miglioramento del servizio.
  • Il Difensore Civico in funzione di Garante della salute, presente in alcune Regioni, svolge un ruolo di garante dei diritti dei cittadini nei confronti delle amministrazioni sanitarie. Può intervenire su richiesta del paziente per segnalare disfunzioni, ritardi o negazioni di prestazioni sanitarie, e per mediare le controversie con la struttura.
  • Il Comitato Etico è un organismo indipendente, presente all’interno di ogni azienda sanitaria, che ha il compito di vigilare sulla correttezza delle sperimentazioni cliniche e di esprimere pareri su questioni etiche connesse all’attività clinica. In alcuni casi, può essere interpellato anche per valutare casi di presunta violazione dei diritti dei malati.

Naturalmente, il ricorso a questi strumenti di tutela interna non preclude la possibilità di rivolgersi anche ad altri soggetti esterni, qualora la risposta della struttura non sia soddisfacente o il caso presenti particolari profili di gravità.

§ 3.2 Autorità amministrative

Quando le tutele interne alla struttura sanitaria e il supporto delle associazioni non sono sufficienti a garantire il rispetto dei propri diritti, il paziente può rivolgersi alle autorità amministrative e giudiziarie competenti in materia sanitaria.

  • A livello nazionale, il Ministero della Salute svolge funzioni di indirizzo e di controllo sul Servizio Sanitario Nazionale, verificando che le prestazioni erogate rispettino i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e gli standard di qualità e sicurezza stabiliti dalla legge. Presso il Ministero è attivo anche un call center che fornisce informazioni ai cittadini e raccoglie segnalazioni su presunti casi di malasanità.
  • A livello regionale, le Regioni, attraverso le Aziende Sanitarie Locali (ASL), sono responsabili dell’organizzazione e della gestione dei servizi sanitari sul territorio. Presso questi enti è possibile presentare esposti, diffide o richieste di intervento in caso di disfunzioni o violazioni dei diritti dei pazienti.
  • Per quanto riguarda specificamente la tutela della privacy, il paziente che ritenga di aver subito un illecito trattamento dei propri dati sanitari può rivolgersi al Garante per la Protezione dei Dati Personali. L’Autorità ha il potere di condurre indagini, di adottare provvedimenti correttivi e di irrogare sanzioni amministrative nei confronti dei responsabili delle violazioni.

§ 3.3 Autorità giudiziarie 

Se la struttura sanitaria non è stata in grado di rispettare i diritti del malato, oppure le azioni intraprese dalla stessa non sono sufficienti a dare ristoro al paziente che ha subito un danno alla salute, ci può essere la necessità di agire giudizialmente

Per agire in giudizio il paziente o i suoi familiari si rivolgono ad uno studio legale specializzato in malasanità.

Il diritto al risarcimento si può esercitare attraverso due strade che possono essere intraprese anche contemporaneamente: la strada dell’azione civile in cui si chiede il risarcimento danni per malasanità, e la strada della denuncia in sede penale nei confronti del sanitario che si presume abbia commesso l’errore medico.

Decidere se è il caso o meno di presentare denuncia in sede penale per malasanità dipende dal caso specifico.

Ci sono tre differenze sostanziali tra azione civile e azione penale:

  1. L’azione penale è rivolta verso l’operatore sanitario che si ritiene autore dell’errore. Invece l’azione civile sposta l’attenzione sulle carenze della struttura sanitaria, ed è perseguibile anche se non è identificabile il soggetto specifico responsabile dell’errore;
  2. L’azione penale è soggetta alle tempistiche del Pubblico Ministero, quindi eventuali ritardi non sono prevedibili né controllabili;
  3. Sia in ambito civile che in ambito penale bisogna dimostrare l’esistenza del nesso causale tra condotta ed evento. Ma in sede civile ci si basa su un criterio di probabilità relativa, mentre in sede penale è necessario un “elevato grado di credibilità razionale o probabilità logica” per arrivare ad una sentenza di condanna.

§ 3.4 Il ruolo del “Tribunale per i diritti del malato”

Spesso, quando si parla di violazione dei diritti del malato, si pensa di rivolgersi al “Tribunale per i diritti del Malato”. Quindi per completezza d’informazione, spieghiamo che cos’è questa organizzazione e che ruolo ha nel caso di malpractice sanitaria

Il Tribunale dei Diritti del Malato è una struttura presente in maniera ramificata in tutta Italia, ed è nato nel 1980, su iniziativa dell’associazione Cittadinanzattiva.

Il Tribunale del malato ha avuto un ruolo attivo nella redazione della Carta Europea dei diritti del malato ed è composto da volontari e professionisti che vogliono contribuire a tutelare i diritti del malato e avere un ruolo attivo nella riforma dell’assistenza sanitaria affinché garantisca prestazioni migliori.

A queste strutture ci si può rivolgere liberamente se si ritiene di aver subito un danno da malasanità. L’accesso è gratuito.

Ma non facciamoci ingannare dal nome: il Tribunale del malato non è un Tribunale vero e proprio con potere giurisdizionale. Quindi non si intenta una causa davanti a questo Tribunale.

Il Tribunale del malato non è neppure un assistente legale come può essere un avvocato.

Ci si rivolge a questa struttura per avere informazioni sui propri diritti, per avere un parere non ufficiale in merito alla sussistenza dei presupposti per intentare una causa per malasanità. Inoltre qui vengono accolte segnalazioni di malasanità, e si cerca di monitorare le strutture sanitarie che sono oggetto di segnalazione.

Guarda il video esplicativo sui DIRITTI DEL MALATO!

Tutti si arrogano i diritti su un malato: preti, medici, domestici, estranei, amici. Perfino la sua infermiera si crede in diritto di comandargli.

Luc de Clapiers, marchese di Vauvenargues