PDTA (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) - MedMal WORDS

Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA): cosa sono e quale utilità hanno

Ultimo Aggiornamento 18 Luglio 2025

Quando un paziente entra in un ospedale per una patologia specifica, cosa garantisce che riceva le cure migliori seguendo un percorso strutturato e basato su evidenze scientifiche? 

La risposta si trova nei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA), strumenti organizzativi che rappresentano la traduzione operativa delle migliori pratiche cliniche nel sistema sanitario reale.

I PDTA costituiscono sequenze predefinite e coordinate di prestazioni sanitarie che coinvolgono diversi specialisti e professionisti sanitari, dall’ambulatorio al territorio ospedaliero, garantendo la presa in carico ottimale di pazienti con patologie specifiche. Non vanno considerati semplici protocolli, ma veri e propri strumenti di governo clinico che trasformano le raccomandazioni scientifiche in percorsi assistenziali concreti e personalizzabili.

Le tre caratteristiche fondamentali dei PDTA:

  1. Multidisciplinarietà: integrazione tra specialisti e professionisti sanitari
  2. Standardizzazione: uniformità nell’approccio clinico-assistenziale
  3. Tracciabilità: monitoraggio continuo di outcomes e indicatori di qualità

In questo approfondimento, l’Avvocato Gabriele Chiarini analizza l’importanza strategica dei PDTA nel Sistema Sanitario e il loro ruolo fondamentale nella gestione del rischio clinico e della responsabilità sanitaria.

§ 1. Cosa sono i PDTA

I PDTA rappresentano uno strumento utilizzato in tutto il mondo che ha lo scopo di uniformare l’approccio clinico a determinate categorie di pazienti

La terminologia internazionale li definisce “clinical pathway” o “integrated care pathway“, termini coniati dalla National Library of Medicine americana.

Una definizione chiara ed esaustiva di PDTA è stata fornita durante il Consensus Meeting del 2005 in Slovenia, che li descrive come “una metodologia mirata alla condivisione dei processi decisionali e dell’organizzazione dell’assistenza per un gruppo specifico di pazienti durante un periodo di tempo ben definito“.

Secondo l’European Pathway Association (E.P.A.), i PDTA devono necessariamente:

  • Basarsi su evidenze scientifiche consolidate e validate
  • Semplificare la comunicazione tra operatori sanitari e pazienti
  • Coordinare ruoli e attività di ciascun professionista coinvolto nella cura
  • Consentire il monitoraggio dei risultati attraverso indicatori specifici
  • Individuare le risorse adeguate alla loro realizzazione

Nella realtà italiana, secondo quanto stabilito dal Ministero della Salute, il PDTA rappresenta una sequenza predefinita di prestazioni erogate a livello ambulatoriale, ospedaliero e territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, oltre al paziente stesso.

Definizione ministeriale ufficiale:

“Il PDTA è una sequenza predefinita, articolata e coordinata di prestazioni erogate a livello ambulatoriale e/o di ricovero e/o territoriale, che prevede la partecipazione integrata di diversi specialisti e professionisti, al fine di realizzare la diagnosi e la terapia più adeguate a una specifica situazione patologica”.

§ 1.1 Le due componenti fondamentali del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale

Il PDTA risulta dall’integrazione di due componenti fondamentali

  1. Le raccomandazioni cliniche provenienti dalla comunità scientifica 
  2. Gli elementi di contesto locale, che ne influenzano l’applicazione. 

Questa distinzione permette di chiarire la differenza tra i PDTA e le linee guida cliniche: mentre le linee guida forniscono raccomandazioni generali basate su evidenze scientifiche, i PDTA adattano queste raccomandazioni alle specificità organizzative, strutturali e territoriali di ciascuna realtà sanitaria.

Un esempio per chiarire: una linea guida può raccomandare l’esecuzione di un’angioTAC entro 6 ore dall’accesso in pronto soccorso. Il PDTA aziendale dovrà specificare come garantire questo standard considerando gli orari di disponibilità della TAC, la presenza di personale specializzato e le procedure di attivazione dei servizi.Il quadro normativo italiano ha progressivamente consolidato il ruolo dei PDTA. Il Piano Nazionale della Cronicità (2016), i Livelli Essenziali di Assistenza (DPCM 12 gennaio 2017) e la Legge Gelli-Bianco li riconoscono come strumenti operativi per l’attuazione delle raccomandazioni cliniche, collegandoli direttamente alla valutazione della responsabilità professionale medica.

§ 2. A cosa servono i PDTA: obiettivi e benefici

I Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali rappresentano una risposta concreta alle criticità del Sistema Sanitario Nazionale, offrendo un approccio strutturato che va oltre la semplice standardizzazione delle cure.

La loro implementazione risponde a obiettivi specifici che incidono direttamente sulla qualità dell’assistenza sanitaria e sull’efficienza organizzativa.

§ 2.1 Standardizzazione dell’assistenza sanitaria

Il primo obiettivo dei PDTA è garantire omogeneità nell’erogazione delle prestazioni sanitarie su tutto il territorio nazionale. Questa standardizzazione non significa rigida uniformità, ma piuttosto l’applicazione di protocolli evidence-based che assicurino ai pazienti le stesse opportunità terapeutiche indipendentemente dalla struttura sanitaria di riferimento.

La standardizzazione attraverso i PDTA permette di superare le disparità territoriali che caratterizzano il Sistema Sanitario Nazionale, dove spesso la qualità delle cure dipende dalla specifica organizzazione locale piuttosto che da criteri clinici oggettivi.

§ 2.2 Multidisciplinarietà e integrazione ospedale-territorio

I PDTA favoriscono la collaborazione tra specialisti e professionisti sanitari nella gestione integrata del paziente. Questa integrazione è particolarmente importante per patologie complesse che richiedono competenze diverse e interventi coordinati nel tempo.

L’integrazione tra ospedale e territorio rappresenta uno degli aspetti più innovativi dei PDTA. Attraverso la definizione di percorsi che coinvolgono in modo coordinato strutture ospedaliere, ambulatori specialistici e servizi territoriali, si garantisce la continuità assistenziale e si evitano duplicazioni o interruzioni nel percorso di cura.

§ 2.3 Miglioramento degli outcome clinici

La promozione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali, come strumento di governo clinico, si fonda su un corpus crescente di evidenze scientifiche che ne attestano l’efficacia nel migliorare la qualità e l’efficienza delle cure.

Le fonti più autorevoli in questo campo sono le revisioni sistematiche della Cochrane Collaboration, in particolare quelle condotte dal gruppo di ricerca guidato da Rotter e colleghi.

§ 2.4 Riduzione della variabilità assistenziale

La variabilità assistenziale è un problema rilevante dei moderni sistemi sanitari, per cui c’è la tendenza a fornire trattamenti diversi a pazienti con condizioni cliniche simili, senza che tali differenze siano giustificate dalle preferenze del paziente o da specifiche necessità cliniche. Questa variabilità non solo può portare a esiti peggiori, ma è anche una delle principali fonti di inefficienza e spreco di risorse.  

I PDTA contribuiscono a ridurre questa variabilità attraverso la definizione di protocolli standardizzati che limitano le decisioni discrezionali non supportate da evidenze scientifiche.

Come evidenziato nel manuale NCBI “Clinical pathways as a quality strategy”, questa riduzione della variabilità non elimina la personalizzazione delle cure, ma assicura che le decisioni cliniche siano basate su criteri oggettivi e condivisi, migliorando l’appropriatezza prescrittiva e riducendo il rischio di errori medici.

§ 2.5 Ottimizzazione delle risorse sanitarie

I PDTA permettono una gestione più efficiente delle risorse sanitarie attraverso la programmazione delle attività e la riduzione degli sprechi. L’approccio strutturato consente di pianificare con maggiore precisione le necessità assistenziali, evitando duplicazioni di esami e procedure inappropriate.

L’ottimizzazione delle risorse si traduce in benefici economici per il Sistema Sanitario Nazionale e in migliori tempi di accesso per i pazienti, contribuendo alla sostenibilità del sistema nel lungo termine.

Hai bisogno di chiarimenti sui PDTA e sul loro valore medico-legale?

I Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali sono strumenti essenziali per garantire cure sicure, standardizzate e basate su evidenze scientifiche. Se operi nel settore sanitario o sei un paziente coinvolto in un contenzioso per responsabilità medica, comprendere l’importanza dei PDTA può fare la differenza. Affidati a chi conosce a fondo la materia.

§ 3. Come funzionano i PDTA: implementazione pratica

I Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali operano attraverso una metodologia strutturata che coinvolge team multidisciplinari e sistemi di monitoraggio continuo. La loro implementazione richiede un approccio sistematico che integra evidenze scientifiche con le specificità organizzative locali.

§ 3.1 Metodologia di sviluppo e governance clinica

Lo sviluppo di un PDTA segue una metodologia standardizzata che parte dall’analisi epidemiologica della patologia target e dalla revisione delle evidenze scientifiche disponibili. Il processo prevede la costituzione di un team multidisciplinare che include medici specialisti, infermieri, farmacisti, fisioterapisti e altri professionisti sanitari coinvolti nel percorso di cura.

La governance clinica si fonda sulla medicina basata sulle evidenze, adattata alle specificità organizzative locali.  Ogni PDTA deve definire chiaramente obiettivi clinici misurabili, indicatori di qualità e outcome attesi, permettendo una valutazione oggettiva dell’efficacia implementativa.

§ 3.2 Ruoli e responsabilità all’interno del team di cura

Per il corretto funzionamento dei PDTA è fondamentale definire ruoli e responsabilità dei diversi professionisti coinvolti, tra cui:

  • Medico specialista di riferimento: responsabile della gestione clinica complessiva
  • Medico di medicina generale: coordinamento dell’assistenza territoriale
  • Infermiere case manager: continuità assistenziale tra i diversi setting
  • Coordinatore amministrativo: gestione dei flussi e delle prenotazioni

La Legge Gelli-Bianco ha rafforzato l’importanza dei PDTA nella definizione delle responsabilità professionali, stabilendo che l’aderenza ai percorsi costituisce elemento di valutazione della correttezza dell’operato sanitario.

§ 3.3 Monitoraggio e indicatori di qualità

L’implementazione dei PDTA richiede sistemi di monitoraggio continuo basati su indicatori specifici di processo e outcome. Gli indicatori di processo misurano l’aderenza ai tempi e alle procedure previste, mentre quelli di outcome valutano gli esiti clinici raggiunti.

Il Sistema Nazionale delle Linee Guida ha definito un set di indicatori standard per i principali PDTA, consentendo confronti tra diverse realtà sanitarie e l’identificazione di aree critiche da migliorare. Il monitoraggio include anche l’analisi delle varianze, ovvero le deviazioni dal percorso standard che possono indicare necessità di revisione o personalizzazione

§ 3.4 L’Architettura a più livelli dei PDTA

I Percorsi Diagnostici Terapeutici operano attraverso un modello organizzativo strutturato su tre livelli interconnessi che garantiscono coerenza nazionale e adattabilità locale. Questa architettura multilivello permette di conciliare l’uniformità degli standard assistenziali con le specificità territoriali e organizzative:  

  1. Livello nazionale: il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e la Commissione Nazionale LEA hanno il compito di definire le linee di indirizzo e di elaborare PDTA nazionali per le patologie a maggiore impatto. Questi documenti fungono da modello di riferimento, basato sulle migliori evidenze scientifiche e su criteri di appropriatezza validi per l’intero territorio nazionale.  
  2. Livello regionale: le Regioni e le Province Autonome hanno il compito di recepire gli indirizzi nazionali e di elaborarli in PDTA regionali. In questa fase, il modello nazionale viene adattato al contesto specifico della Regione, tenendo conto del modello organizzativo della rete sanitaria regionale, delle risorse disponibili, dei dati epidemiologici locali e delle priorità di salute definite nella programmazione regionale.  
  3. Livello aziendale (ASL/Azienda Ospedaliera): questo è il livello dell’implementazione operativa. Le singole Aziende Sanitarie Locali e Aziende Ospedaliere, partendo dal PDTA regionale, sviluppano i propri PDTA aziendali. Qui avviene la “traduzione” definitiva del percorso in protocolli operativi, procedure, istruzioni di lavoro e flussi informativi. Vengono definiti i gruppi di lavoro, i ruoli e le responsabilità di ogni professionista, gli strumenti di documentazione (es. cartella clinica integrata) e gli indicatori specifici per il monitoraggio e la valutazione delle performance a livello locale.  

Questa architettura a cascata permette di mantenere coerenza e omogeneità a livello di sistema, garantendo al contempo la flessibilità necessaria per un’applicazione efficace e sostenibile nelle diverse e complesse realtà del Servizio Sanitario Nazionale.

So many roads. So many detours. So many choices. So many mistakes.
Così tante strade. Così tante deviazioni. Così tante scelte. Così tanti errori.

Sarah Jessica Parker

§ 4. Valore medico-legale dei PDTA

L’adozione e la corretta applicazione dei Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA) rivestono un ruolo strategico in ambito medico-legale. L’aderenza ai percorsi rappresenta un parametro oggettivo per valutare la diligenza professionale e la correttezza dell’operato sanitario in caso di sospetta malpractice, come abbiamo visto nella sezione dedicata al PDTA come strumento di risk management.

Quando un medico segue un PDTA aziendale correttamente implementato sulla base di linee guida accreditate, beneficia della presunzione di correttezza dell’operato prevista dalla normativa vigente, salvo il dolo o la colpa grave. In sede di contenzioso, la documentazione clinica che attesta l’adesione al percorso costituisce prova concreta a favore del professionista sanitario. La presenza di un PDTA strutturato e l’evidenza della sua corretta applicazione possono orientare la valutazione peritale verso l’esclusione della responsabilità sanitaria, soprattutto in caso di complicanze note e inevitabili.

Rimane comunque necessario documentare accuratamente ogni eventuale deviazione dal percorso standard, motivandola con ragioni cliniche specifiche e annotandola nella cartella clinica. La personalizzazione del percorso non è solo consentita ma doverosa quando le condizioni del paziente lo richiedano, purché adeguatamente giustificata.

La tracciabilità dell’aderenza ai PDTA tramite sistemi informatici rappresenta un ulteriore strumento di tutela medico-legale: integrare il percorso nei flussi documentali digitali consente di monitorare la corretta esecuzione delle procedure e di registrare in modo sistematico ogni scostamento, riducendo i margini di errore e le vulnerabilità difensive.

La corretta implementazione dei PDTA rappresenta quindi un investimento strategico per la sicurezza del paziente e la protezione legale dei professionisti, traducendo le migliori evidenze scientifiche in pratiche assistenziali sicure e difendibili dal punto di vista medico-legale.

Guarda l’episodio di “MedMal WORDS | Le parole della responsabilità sanitaria” dedicato al PDTA!

Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare.

Lucio Anneo Seneca