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Medico-Legale

Il medico legale

Medico-Legale: 6 cose che devi assolutamente sapere

Il medico-legale è una figura professionale molto importante per tutti gli operatori del diritto, a cui per esempio noi avvocati dobbiamo necessariamente rivolgerci per affrontare alcuni tipi di controversie legali.

Ma la stessa cosa devono fare anche i giudici quando si trovano a decidere un determinato genere di cause. E questo accade tanto in sede civile quanto in sede penale.

Oggi cerchiamo di capire esattamente chi è e cosa fa un medico legale e, per farlo, affrontiamo le 6 questioni più importanti che bisogna sapere su questa indispensabile categoria professionale.


INDICE SOMMARIO


§ 1. Chi è il medico-legale e come si acquista il titolo di specialista in medicina legale

Innanzi tutto: chi è il medico-legale?

In linea generale, il medico legale è un professionista che opera a metà strada tra la salute ed il diritto: si occupa del rapporto tra gli aspetti psico-fisici della persona umana e l’ordinamento giuridico.

Ma attenzione: non tutti i medici, per quanto abbiano maturato conoscenze anche approfondite in ambito giuridico, possono essere considerati medici legali.

Per diventare medico-legale bisogna ottenere il diploma di specializzazione in medicina legale, cioè è necessario aver frequentato una apposita scuola di specializzazione, della durata di almeno quattro anni, dopo la laurea in medicina e chirurgia.

Nessun corso di formazione, o di perfezionamento, e neppure un master universitario può essere considerato equipollente alla scuola di specializzazione. Solo questa rilascia il titolo di specialista in medicina legale.

§ 2. Il ruolo del medico legale nella responsabilità sanitaria

E il titolo di medico-legale ha un certo rilievo, perché – ad esempio – è il presupposto senza il quale non si può (o comunque non si dovrebbe) operare in alcuni ambiti professionali, il più importante dei quali è senza dubbio quello della responsabilità medica e sanitaria.

Qui c’è proprio una legge, la n. 24 del 2017, più nota con la denominazione “legge Gelli-Bianco”, che impone ai giudici di nominare, nei procedimenti civili e in quelli penali che abbiano ad oggetto una vicenda di malpractice medica, consulenti tecnici e periti che siano specializzati in medicina legale, i quali dovranno essere affiancati da uno o più specialisti nella disciplina oggetto di causa.

E la stessa cosa, anche se non è prevista espressamente dalla norma, è bene che la facciano anche i pubblici ministeri e gli avvocati, quando devono nominare i rispettivi consulenti di parte.

Nei procedimenti civili e nei procedimenti penali aventi ad oggetto la responsabilità sanitaria, l’autorità giudiziaria affida l’espletamento della consulenza tecnica e della perizia a un medico specializzato in medicina legale e a uno o più specialisti nella disciplina che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento, avendo cura che i soggetti da nominare, scelti tra gli iscritti negli albi di cui ai commi 2 e 3, non siano in posizione di conflitto di interessi nello specifico procedimento o in altri connessi e che i consulenti tecnici d’ufficio da nominare nell’ambito del procedimento di cui all’articolo 8, comma 1, siano in possesso di adeguate e comprovate competenze nell’ambito della conciliazione acquisite anche mediante specifici percorsi formativi

[art. 15, comma 1, legge 08/03/2017, n. 24 – “Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie”]

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§ 3. Medico-legale e assicurazioni private

Altro ambito di operatività del medico legale è quello delle assicurazioni private.

Le polizze assicurative, lo sappiamo, servono a garantirci contro il rischio di un evento sfavorevole. Se si tratta di una polizza contro il rischio di infortunio o di malattia, quando uno di questi eventi malauguratamente si realizza, è necessario che l’accertamento del fatto e delle sue conseguenze – che in gergo tecnico si chiamano postumi – sia fatto da un professionista competente.

La valutazione dei postumi serve, infatti, per quantificare l’indennizzo, cioè la somma di denaro che spetta all’assicurato ai sensi di polizza.

Questo professionista di regola è un medico-legale, che sarà il fiduciario (cioè un consulente di fiducia) della compagnia assicuratrice con cui è in corso la polizza.

Allora noi possiamo rimetterci alla valutazione del fiduciario dell’assicurazione, fidandoci un po’ anche noi.

Ma, siccome “fidarsi è bene, controllare è meglio”, possiamo anche rivolgerci a un medico legale di nostra fiducia per verificare se la proposta di liquidazione della compagnia sia adeguata.

E direi che spesso vale la pena farlo, specialmente nelle questioni un po’ più rilevanti o complesse.

§ 4. Il medico legale nell’infortunistica stradale

Quello dell’infortunistica stradale è un altro settore in cui il supporto del medico legale è imprescindibile, quando si tratta di valutare i danni non patrimoniali sofferti all’esito di un incidente.

Dobbiamo precisare che il medico-legale può avere un ruolo importante anche ai fini della ricostruzione della dinamica del sinistro, per comprendere se le lesioni sono compatibili con le modalità con cui si assume che si sia verificato e per accertare, o magari ripartire, le responsabilità tra i vari soggetti coinvolti.

Pensiamo al caso del passeggero che non indossa le cinture di sicurezza, o all’ipotesi – che sembra inverosimile, ma che talvolta si verifica – del sinistro che coinvolge una motocicletta con due persone a bordo, delle quali non si sa bene chi fosse il conducente e chi il trasportato: qui il medico legale può dare veramente una mano per valutare la compatibilità tra le lesioni riportate ed una posizione piuttosto che l’altra, e quindi ricostruire esattamente l’incidente…

Ma il compito classico del medico-legale, in questo ambito, consiste nell’accertamento del cosiddetto danno biologico, che è il danno alla salute, nelle sue componenti:

  • dell’inabilità temporanea (cioè il periodo in cui il danneggiato non è stato in grado di dedicarsi alle proprie attività quotidiane, personali, familiari o lavorative, che si indica in giorni di durata) e
  • dell’invalidità permanente (cioè la riduzione definitiva della propria funzionalità psico-fisica, che si stima in punti percentuali).

Anche qui possiamo scegliere: ci affidiamo alla determinazione del danno che fa, unilateralmente, l’assicurazione del responsabile con l’ausilio del proprio fiduciario, oppure possiamo acquisire una nostra relazione medico-legale di parte, che servirà per intavolare una trattativa e, auspicabilmente, raggiungere un accordo transattivo con la compagnia.

La seconda opzione è decisamente preferibile, specie nei sinistri stradali più gravi.

MEDICO LEGALE: chi è e cosa fa?
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§ 5. Previdenza e assistenza sociale

Il medico legale ha un ruolo significativo anche in materia di previdenza e assistenza sociale, che sono quelle forme di intervento dello Stato nei confronti dei lavoratori e di tutti i cittadini che si trovino in condizione di bisogno o di indigenza.

In Italia ci pensano soprattutto l’INPS e l’INAIL, che sono enti pubblici, ma anche altri organismi che possono avere personalità giuridica di diritto privato (ad esempio, la Cassa Forense, che è l’ente di previdenza ed assistenza nazionale che opera in favore degli avvocati).

Il supporto del medico-legale è indispensabile quando le prestazioni previdenziali o assistenziali presuppongano l’accertamento, la quantificazione, o la determinazione della cause di uno stato di inabilità o di invalidità del soggetto (pensiamo agli indennizzi per un infortunio sul lavoro o per una malattia professionale, che in gergo si chiama “tecnopatia”, ma anche alla pensione di inabilità riconosciuta agli invalidi civili).

Bene: ricorrere ad una consulenza medico-legale può aiutare il lavoratore, e in generale il cittadino, a comprendere se ed in quali limiti ha diritto ad una prestazione economica ed eventualmente, se questa gli sia stata negata o liquidata in modo riduttivo, a proporre impugnazione.

§ 6. Autopsia e riscontro diagnostico: il ruolo del medico-legale

Ultima attività importante da ricordare tra quelle di stretta competenza del medico legale, insieme all’anatomopatologo, è l’accertamento autoptico.

Ne abbiamo parlato meglio in altri approfondimenti, quindi evitiamo di dilungarci su questo tema, ma dobbiamo precisare che questo genere di attività può svolgersi in due forme:

  1. il riscontro diagnostico, che serve a chiarire quale sia stata la causa di morte di una persona, oppure a rispondere ad altri quesiti di rilievo clinico e scientifico, e
  2. l’autopsia giudiziaria, che è un accertamento tecnico disposto dal Pubblico Ministero quando ci sia il sospetto che il decesso sia collegato in qualche modo a un delitto (il più delle volte si tratta di omicidio, colposo ma anche doloso).

E quest’ultima è senza dubbio la parte più misteriosa e affascinante dell’attività del medico-legale, tanto è vero che la letteratura, la cinematografia e la televisione hanno sempre dedicato grande attenzione a questa figura professionale.

Basti pensare, per restare in Italia, al ruolo del dott. Pasquano nei romanzi e poi nei film dedicati al Commissario Montalbano, o alle dottoresse Valeria e Alice, interpretate rispettivamente da Claudia Koll e Alessandra Mastronardi, protagoniste di due serie televisive di grande successo, che sono personaggi di fantasia, ma con cui qualsiasi magistrato ed avvocato vorrebbe probabilmente avere occasione di lavorare nella vita professionale vera.

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