Ultimo Aggiornamento 14 Settembre 2024
Quando pensi di essere vittima di un caso di malasanità, al dolore per il torto subito si aggiunge lo smarrimento: a chi rivolgersi per accertare la responsabilità ed ottenere un equo risarcimento? Con queste 7+1 regole potrai scegliere il professionista più adatto per farti assistere.
INDICE SOMMARIO
- § 1. Tieni presente che ogni caso di malasanità è unico
- § 2. Diffida di associazioni e società di “infortunistica medica”
- § 3. Il medico legale non basta
- § 4. Rivolgiti a un avvocato specializzato in responsabilità sanitaria
- § 5. Valuta con attenzione curriculum e risultati
- § 6. Il tuo avvocato deve essere il regista del caso
- § 7. Scegli un avvocato con cui c’è feeling
- § 7+1. Per finire: consiglio bonus
§ 1. Tieni presente che ogni caso di malasanità è unico
Cominciamo col premettere che la gestione di un caso di malasanità è decisamente complessa.
La medical malpractice è tutt’altra cosa rispetto, per fare un esempio, all’infortunistica stradale: non è possibile alcuna standardizzazione, non giova in alcun modo il “copia-incolla” (tanto caro ai tuttologi), in materia di responsabilità sanitaria.
Questa rappresenta, invero, un mondo a parte, fatto – a sua volta – di tanti microcosmi quante sono almeno le astratte categorie in cui può inserirsi la fallibilità umana (si veda l’approfondimento dedicato alle tipologie di errore medico), che può manifestarsi in una o più delle varie specialità mediche (ferma restando la “trasversalità” di alcune fattispecie: una fra tutte, l’infezione ospedaliera).
Ogni vicenda di responsabilità sanitaria – pertanto – è a sé, nella sua irripetibile unicità, e come tale va valutata.
§ 2. Diffida di associazioni e società di “infortunistica medica”
Già soltanto la riflessione di cui sopra consente di comprendere perché sia poco prudente rivolgersi ad una delle tante – sempre più numerose – organizzazioni non professionali (id est: non composte da Professionisti abilitati) che pretendono di trasporre in ambito medico le tecniche commerciali già da tempo invalse, con dubbi risultati, nella materia degli incidenti stradali.
Spesso, queste “società di infortunistica sanitaria” sono improvvisate e poco competenti.
Nella migliore delle ipotesi, agiscono da meri intermediari di professionisti veri, con i quali è dunque appropriato intrattenere un rapporto diretto.
§ 3. Il medico legale non basta
Maggiore affidabilità, senz’altro, potrà garantire il medico-legale che si offra di valutare un caso di malasanità.
Ma rivolgersi direttamente (ed esclusivamente) a costui può risultare talvolta riduttivo.
Riduttivo, perché – sovente, se non sempre – lo stesso medico-legale ha bisogno dello specialista (o degli specialisti) per rendere un parere esaustivo e rispettoso del proprio codice di deontologia.
I complicati presupposti della malasanità
Riduttivo, ancora, perché la responsabilità sanitaria non è integrata dal solo errore (commissivo od omissivo che sia), che invero è constatabile da qualunque studioso di medicina legale – ancorché non abbia la laurea in medicina e chirurgia – quando si conclama in una una violazione delle pertinenti Linee Guida, oggi sempre più accessibili anche al vasto pubblico.
C’è il profilo, nient’affatto secondario, del nesso causale, la cui concezione – seppure tralatiziamente reiterata – del “più probabile che non” viene spesso tradotta dal non-giurista (sintagma che include, ovvimente, anche chi si auto-proclami tale senza esserlo) nell’aberrante semplificazione del 50% plus unum, formula viepiù stigmatizzata dalla Giurisprudenza e da chi la conosce.
C’è, inoltre, la fondamentale distinzione tra causalità materiale (la quale si articola, a sua volta, in un “duplice ciclo causale”) e causalità giuridica, che di rado viene adeguatamente valorizzata.
C’è, infine, l’aspetto del danno, della sua descrizione, della sua quantificazione, della sua prova e della sua liquidazione (auspicabilmente integrale).
La questione della legittimazione passiva
Riduttivo, inoltre, perché – dopo aver verificato la sussistenza dei presupposti della responsabilità; dopo aver compreso e quantificato esattamente il danno; dopo aver ricostruito la fondatezza del nesso eziologico; dopo aver capito, insomma, che il caso di malasanità merita attenzione – bisogna individuare il soggetto ovvero i soggetti tenuti al risarcimento.
Cosa talvolta per nulla semplice, specie quando la vicenda di responsabilità medica veda protagonista una struttura – pubblica o privata – che sia stata oggetto di operazioni straordinarie (costituite da restyling o rimaneggiamenti di vario genere).
Ci vuole competenza giuridica e padronanza delle fonti normative (anche regionali) per individuare la legittimazione passiva destreggiandosi tra U.S.L., A.S.L., A.U.S.L., A.O., A.O.U., A.S.R., A.S.S., A.S.S.T. (rispettivamente: Unità Sanitaria Locale, Azienda Sanitaria Locale, Azienda Unità Sanitaria Locale, Azienda Ospedaliera, Azienda Sanitaria Regionale, Azienda Socio-Sanitaria, Azienda Socio-Sanitaria Territoriale), Società di diritto civile, Fondazioni, Confraternite, e chi più ne ha più ne metta senza considerare le – frequenti – ipotesi di Aziende disciolte e/o Gestioni liquidatorie.
Il ruolo dell’avvocato
Riduttivo, infine, perché – come diceva Enrico Ferri – per vincere una causa ci vogliono tre cose: aver ragione, saperla far valere e trovare chi la dia.
Nell’ordinamento giuridico italiano, l’Avvocato è la figura istituzionalmente deputata alla tutela dei diritti dei cittadini, così dentro come fuori dal processo.
Rivolgersi ad un altro soggetto per assolvere questa funzione, in estrema sintesi, significa rivolgersi al soggetto sbagliato.
§ 4. Rivolgiti a un avvocato specializzato in responsabilità sanitaria
Sia beninteso: la figura del medico-legale (e/o dello specialista) resta senz’altro fondamentale per il necessario supporto, approfondimento e completamento dell’attività legale.
Ma la centralità dell’avvocato, nel suo ruolo di gestione diretta di una controversia in materia di responsabilità sanitaria, non può essere seriamente messa in discussione.
Non è un caso, del resto, se un avvocato esperto di malasanità non si limita a recepire acriticamente le osservazioni del consulente tecnico di parte, quasi fosse il responso di un oracolo.
L’avvocato specializzato in responsabilità sanitaria “compulsa” il proprio consulente, lo stimola e lo sollecita fin dalla predisposizione del quesito medico-legale (primo incombente di stretta pertinenza dell’avvocato) e dalla ricostruzione fattuale del caso di malasanità, sino alla individuazione delle Linee Guida applicabili, alla ricerca della letteratura scientifica e alla condivisione delle conclusioni.
Chiarito, dunque, che l‘avvocato specializzato in malasanità è il soggetto più appropriato al quale rivolgersi, resta da comprendere come individuare quello che fa al caso proprio.
Sotto questo profilo, se è vero che il cliente sceglie il proprio avvocato, è altresì indubitabile che è anche l’avvocato a scegliere i propri clienti (non è un buon segno, di regola, il fatto che un avvocato sia costretto ad accettare ogni e qualsivoglia incarico).
Si deve, perciò, creare una certa sintonia – verrebbe da dire: empatia – tra professionista ed assistito, in termini di condivisione dei metodi e degli obiettivi, pur nell’alterità dei rispettivi ruoli.
La scelta (reciproca) è, quindi, un fatto anche emotivo, oltre che razionale.
§ 5. Valuta con attenzione curriculum e risultati
In ogni caso, chi si rivolge ad un professionista si attende di trovare – come minimo – competenza ed esperienza. Entrambe si fondano sulla conoscenza.
Competenza è la capacità di gestire un caso di malasanità. La miglior misura della competenza è il curriculum, che fa comprendere quali studi ha effettuato l’Avvocato e – perché no? – con quali voti o valutazioni li ha conclusi.
Esperienza è la somma delle cognizioni acquisite con la pratica diretta della materia. L’esperienza si valuta, essenzialmente, sulla base dei risultati ottenuti.
Sul campo, però. Altrimenti, “esperienza” rimane solo il nome che qualcuno attribuisce ai propri errori.
§ 6. Il tuo avvocato deve essere il regista del caso
In un caso di presunta malasanità, l’avvocato non è un semplice esecutore o un passacarte. È la figura centrale che coordina tutto il lavoro del team legale e dei consulenti tecnici per costruire la strategia più efficace per il tuo caso.
Ecco cosa fa in concreto un avvocato esperto in responsabilità sanitaria:
- Studia a fondo il caso: analizza in dettaglio la documentazione medica, le cartelle cliniche, le immagini diagnostiche. Identifica i punti di forza e di debolezza, le anomalie e le criticità su cui lavorare.
- Seleziona i migliori consulenti: individua i medici legali e gli specialisti più qualificati per valutare il tuo caso. Li sceglie sulla base della loro esperienza specifica, della loro autorevolezza, della loro capacità di spiegare concetti complessi in modo chiaro.
- Definisce i quesiti peritali: formula ai consulenti le domande giuste per far emergere tutti gli aspetti rilevanti sul piano medico e giuridico. Non si limita a quesiti generici, ma li elabora in modo mirato e puntuale.
- Interagisce attivamente con i consulenti: non si accontenta di ricevere in modo passivo le loro relazioni, ma interagisce costantemente con loro. Discute le loro osservazioni, chiede chiarimenti e integrazioni, li stimola ad approfondire e a motivare le loro conclusioni.
- Elabora la strategia processuale: sulla base dei riscontri medico-legali, imposta la linea difensiva più solida ed efficace. Valuta se è il caso di tentare una composizione stragiudiziale o se è meglio andare in causa, e in quale sede.
- Supervisiona tutto il lavoro: mantiene sempre il controllo e il coordinamento di tutte le attività del team. Verifica che tutti rispettino le scadenze, si accerta che le perizie siano complete ed esaustive, controlla la qualità di ogni atto e documento.
Il tuo avvocato è il “regista” che ha la visione d’insieme del caso e che lo gestisce a 360 gradi, dalla fase preliminare fino all’esito finale. Il suo contributo è decisivo per valorizzare al meglio il lavoro dei consulenti e per portare il caso verso la migliore soluzione possibile
§ 7. Scegli un avvocato con cui c’è feeling
Quando ti affidi a un avvocato per un caso così delicato come un danno da malasanità, non basta verificare competenze ed esperienze. È fondamentale anche il rapporto umano che si instaura, la sintonia e la fiducia reciproca.
Devi percepire che il tuo avvocato, oltre ad essere un valido professionista, è anche una persona che:
- Ti ascolta con attenzione: si prende il tempo per capire a fondo la tua storia, le tue esigenze, le tue preoccupazioni. Non ti liquida in pochi minuti, non ti fa sentire uno dei tanti.
- Comunica in modo chiaro: ti spiega le cose in un linguaggio comprensibile, senza abusare di tecnicismi. È trasparente su opportunità e rischi, non ti illude con facili promesse.
- È empatico: capisce il tuo stato d’animo, si mette nei tuoi panni. Sa che per te non è solo una questione legale, ma una vicenda che ti coinvolge profondamente nel corpo e nell’anima.
- Ispira fiducia: con i suoi modi, le sue parole, il suo atteggiamento ti trasmette un senso di serietà, competenza, dedizione. Senti che puoi fidarti ad affidargli una faccenda così importante.
- Condivide i tuoi valori: ha un approccio e una visione della professione in cui ti riconosci. Non punta solo al risultato economico, ma anche a farti ottenere giustizia e “risarcimento morale”.
In un certo senso, il rapporto con il tuo avvocato è come una piccola “alleanza terapeutica“, come quella che si stabilisce tra medico e paziente. Se c’è feeling, se senti che è dalla tua parte, sarai più motivato ad andare avanti anche nei momenti difficili.
Certo: la scelta non può basarsi solo sull’istinto: servono riscontri oggettivi su preparazione e risultati. Ma la componente umana ed emotiva non va trascurata. Il feeling giusto può fare la differenza tra un buon avvocato e l’avvocato ideale per te.
§ 7+1. Per finire: consiglio bonus
Dare un mandato a un avvocato è un atto di fiducia ma anche un impegno contrattuale ed economico. Prima di firmare, assicurati di aver chiarito ogni aspetto, facendo tutte le domande necessarie su competenze, esperienze, modalità, tempistiche, costi. Un professionista serio sarà lieto di fornirti ogni chiarimento.
Speriamo che queste considerazioni finali ti abbiano fornito un quadro sintetico ma completo dei temi principali trattati in questo articolo.
E se hai dubbi, quesiti o perplessità, non esitare a contattarci!