Ultimo Aggiornamento 1 Luglio 2025
Il triage infermieristico è la procedura di valutazione e prioritizzazione dei pazienti che accedono al Pronto Soccorso, svolta da personale infermieristico specializzato. Attraverso una rapida valutazione clinica, l’infermiere triagista attribuisce un codice di priorità che determina l’ordine di accesso alle cure, garantendo che i casi più urgenti ricevano assistenza immediata.
Con l’introduzione delle Linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero nel 2019, il sistema italiano ha adottato una codifica a 5 livelli numerici, da 1 a 5, superando gradualmente la tradizionale classificazione a colori. Questo aggiornamento ha standardizzato i tempi di attesa massimi e i criteri di valutazione, migliorando l’efficacia del processo di triage su tutto il territorio nazionale.
Il processo di triage infermieristico si articola in fasi precise di valutazione, decisione e monitoraggio, richiedendo competenze specifiche e formazione continua. Data la delicatezza di queste decisioni, è importante comprendere anche gli aspetti di responsabilità professionale e le implicazioni che possono derivare da errori valutativi o carenze organizzative.
INDICE SOMMARIO
§ 1. Cosa è il Triage
Il Triage ospedaliero è una competenza dell’infermiere di Pronto Soccorso e consiste nella presa in carico della persona nella sua interezza (compresa la gestione delle informazioni che la riguardano), a partire dal momento in cui varca la porta del Pronto Soccorso sino a che non viene avviato al trattamento (e, dunque, per tutto il periodo in cui il paziente resta nella sala di attesa).
La funzione di Triage deve essere attiva presso tutte le strutture sede di Pronto Soccorso e garantita continuativamente, 24 ore su 24.
Per svolgere la propria funzione, il Triage deve essere posizionato in un punto strategico rispetto agli ingressi del Pronto Soccorso (pedonale, auto, ambulanze), in quanto l’area Triage deve essere immediatamente identificabile per tutti coloro che vi accedono.
§ 2. Lo scopo del Triage
Lo scopo del Triage è gestire la presa in carico di tutte le persone che accedono al Pronto Soccorso, con particolare attenzione a quelle in condizioni di criticità.
Generalmente la funzione di Triage non riduce i tempi d’attesa dei pazienti, ma li ridistribuisce a favore di chi ha necessità d’interventi in emergenza e/o urgenza.
Gli obiettivi del Triage si configurano nelle seguenti azioni:
- identificare i pazienti urgenti e garantirne il tempestivo avvio all’area di trattamento;
- attribuire a tutti i pazienti un codice di priorità di accesso alle cure, in relazione alla gravità delle condizioni ed al possibile rischio evolutivo;
- ottimizzare il processo di cura della persona assistita;
- sorvegliare le persone in attesa e rivalutarne periodicamente le condizioni.
§ 3. Le fasi del Triage
Dal punto di vista operativo il processo di Triage si articola in quattro fasi.
§ 3.1 Valutazione immediata (c.d. sulla porta) del paziente
Ossia: la rapida osservazione dell’aspetto generale della persona. Si tratta di una valutazione essenzialmente “visiva”.
Questa fase permette di identificare, sin dall’ingresso del paziente in Pronto Soccorso, una eventuale situazione di emergenza che richieda un trattamento tempestivo ed immediato.
La valutazione “sulla porta”, deve essere garantita di norma entro 5 minuti a tutti coloro che accedono al Pronto Soccorso.
§ 3.2 Valutazione soggettiva e oggettiva
a) Valutazione soggettiva: attraverso l’intervista (con una anamnesi mirata);
b) Valutazione oggettiva: mediante la rilevazione dei segni clinici, dei parametri vitali e l’analisi della documentazione clinica disponibile.
§ 3.3 Decisione di Triage
Consiste nell’assegnazione del codice di priorità.
§ 3.4 Rivalutazione
Si intende la conferma o modifica del codice di priorità assegnato ai pazienti in attesa. La rivalutazione rappresenta una fase imprescindibile del processo di triage e si definisce come l’attività professionale mirata a consentire il monitoraggio clinico dei pazienti in attesa, mediante il rilievo periodico dei parametri (sia soggettivi che oggettivi) che consentiranno di cogliere tempestivamente eventuali variazioni dello stato di salute.
§ 4. Codici triage: priorità e tempi d’attesa
L’assegnazione del codice di priorità rappresenta il cuore del processo di triage infermieristico. Questa decisione, formulata dall’infermiere triagista sulla base degli elementi raccolti durante la valutazione, determina la priorità di accesso alle cure in relazione alle condizioni cliniche del paziente, al rischio evolutivo e alla disponibilità delle risorse.
È importante precisare che il codice di triage non corrisponde necessariamente alla gravità finale del paziente: solo l’integrazione con la successiva valutazione medica permetterà una corretta formulazione del giudizio clinico definitivo.
§ 4.1 I fattori di valutazione nel triage
Nella decisione di attribuzione del codice, l’infermiere considera diversi elementi oltre ai sintomi e al rischio evolutivo: il dolore, l’età del paziente, eventuali disabilità, condizioni di fragilità e le specifiche particolarità organizzative e di contesto della struttura.
§ 4.2 Il sistema a 5 codici numerici
Il sistema di codifica attualmente in uso, aggiornato con le Linee di indirizzo nazionali del 2019, si basa su 5 codici numerici di priorità con valori da 1 a 5, dove 1 indica il massimo livello di gravità. Le singole Regioni possono associare al codice numerico anche il tradizionale codice colore.
Per ciascuno dei 5 codici è stabilito un tempo massimo di attesa per l’accesso alle aree di trattamento, che varia dall’accesso immediato per le emergenze fino a 240 minuti per le situazioni di non urgenza.
La tabella seguente riporta nel dettaglio i cinque livelli di priorità con le rispettive denominazioni, definizioni e tempi di attesa:
CODICE Numero | CODICE Colore | Denominazione | Definizione | Tempo massimo di attesa per l’accesso alla rete di trattamento |
---|---|---|---|---|
1 | Rosso | Emergenza | INTERRUZIONE O COMPROMISSIONE DI UNA O PIÙ FUNZIONI VITALI | ACCESSO IMMEDIATO |
2 | Arancione | Urgenza | RISCHIO DI COMPROMISSIONE DELLE FUNZIONI VITALI. CONDIZIONE CON RISCHIO EVOLUTIVO O DOLORE SEVERO | ACCESSO ENTRO 15 MINUTI |
3 | Azzurro | Urgenza differibile | CONDIZIONE STABILE SENZA RISCHIO EVOLUTIVO CON SOFFERENZA E RICADUTA SULLO STATO GENERALE CHE SOLITAMENTE RICHIEDE PRESTAZIONI COMPLESSE | ACCESSO ENTRO 60 MINUTI |
4 | Verde | Urgenza minore | CONDIZIONE STABILE SENZA RISCHIO EVOLUTIVO CHE SOLITAMENTE RICHIEDE PRESTAZIONI DIAGNOSTICO TERAPEUTICHE SEMPLICI MONOSPECIALISTICHE | ACCESSO ENTRO 120 MINUTI |
5 | Bianco | Non urgenza | PROBLEMA NON URGENTE O DI MINIMA RILEVANZA CLINICA | ACCESSO ENTRO 240 MINUTI |
Linee di indirizzo nazionali sul Triage Intraospedaliero
§ 5. L’Infermiere Triagista e la scheda di Triage
L’attività di Triage ospedaliero è affidata a personale infermieristico in possesso di specifiche competenze, promosse attraverso un percorso formativo mirato (formazione clinica specifica, relazionale e metodologica) ed esperienza lavorativa di almeno sei mesi in Pronto Soccorso.
Oltre alla formazione di accesso, per svolgere la funzione di Triage è poi richiesto un aggiornamento costante del personale sanitario.
La Scheda di Triage è invece il documento in cui è descritto il processo decisionale che ha portato alla attribuzione del codice di priorità.
Costituisce parte integrante della Cartella Clinica di Pronto Soccorso e serve a trasferire all’interno del Pronto Soccorso tutte le informazioni raccolte in fase di triage.
Quelle riportate nella Scheda di Triage sono informazioni importantissime ai fini della gestione del Rischio Clinico e possono rivestire estrema rilevanza anche nella valutazione medico legale di un caso di presunta malasanità.
§ 6. Criticità del Triage
Il Triage è un processo articolato, da cui possono scaturire criticità ed eventi avversi molto importanti.
In linea generale si possono individuare tre ambiti di criticità: l’ambito organizzativo/strutturale, l’ambito assistenziale e quello relazionale.
§ 6.1 Criticità di tipo organizzativo/strutturale
Le criticità di tipo organizzativo/strutturale sono da riferirsi principalmente a:
- insufficiente dotazione di personale infermieristico assegnato al Triage;
- collocazione delle sale d’attesa, rispetto all’area Triage, tale da non consentire la rilevazione immediata di repentini ed imprevedibili aggravamenti della sintomatologia nei pazienti in attesa.
§ 6.2 Criticità di tipo assistenziale
Tra le criticità di tipo assistenziale si rilevano:
- raccolta dei dati del paziente, necessari all’anamnesi mirata, incompleta e/o non corretta;
- inadeguata valutazione del paziente all’ingresso in Pronto Soccorso;
- mancata osservazione e rivalutazione del paziente in attesa.
§ 6.3 Criticità di tipo relazionale
Le criticità di tipo relazionale sono legate essenzialmente a limiti di comunicazione fra paziente (ed eventuali accompagnatori) e operatori sanitari: l’accoglienza in Triage è una fase critica del rapporto tra cittadino e Servizio Sanitario, perché gravata da aspettative emotivamente importanti relative alla necessità di ottenere una soddisfazione rapida del proprio bisogno di salute.
E’ fondamentale, per le aziende sanitarie, affrontare (e risolvere) queste criticità con l’adozione di modelli organizzativi ed operativi che consentano al personale di affrontare in modo efficace questa fase del percorso del paziente in Pronto Soccorso.
L’accuratezza del “processo decisionale” tramite il quale viene attribuito il codice di priorità in sede di triage rappresenta infatti un importante gold standard da raggiungere per non incorrere in responsabilità.
§ 7. Triage e responsabilità sanitaria
Il triage infermieristico, pur rappresentando una procedura standardizzata fondamentale per l’organizzazione delle cure d’urgenza, costituisce una fase particolarmente delicata dell’assistenza sanitaria in cui possono configurarsi significative responsabilità civili e professionali. La complessità delle decisioni da assumere in tempi ridotti e la necessità di valutazioni cliniche accurate rendono questa attività esposta a potenziali errori con conseguenze anche gravi per i pazienti.
§ 7.1 Tipologie di errori e responsabilità
Nel processo di triage possono verificarsi diverse tipologie di errori, ciascuna con specifiche implicazioni in termini di responsabilità medica.
Il più pericoloso è la sottostima della gravità clinica, quando viene assegnato un codice di priorità inadeguatamente basso rispetto alle reali condizioni del paziente. Questo errore può comportare ritardi nell’accesso alle cure e possibile aggravamento del quadro clinico, configurando potenziali casi di malasanità.
Altrettanto rilevanti sono gli errori di monitoraggio, quando la mancata rivalutazione dei pazienti in attesa o l’inadeguata sorveglianza durante i tempi di attesa impediscono il riconoscimento tempestivo di deterioramenti delle condizioni cliniche. Questi eventi avversi possono trasformare situazioni inizialmente gestibili in emergenze mediche.
Non meno importanti sono le carenze nella documentazione, quando incomplete o imprecise registrazioni del processo decisionale nella scheda di triage compromettono la tracciabilità delle valutazioni effettuate e possono generare problemi sia dal punto di vista assistenziale che medico-legale.
§ 7.2 Responsabilità del professionista infermiere
L’infermiere che svolge attività di triage risponde delle proprie decisioni secondo i principi della responsabilità professionale sanitaria stabiliti dalla Legge Gelli-Bianco. La valutazione della condotta professionale considera diversi aspetti fondamentali.
L’appropriatezza della valutazione clinica iniziale rappresenta il primo parametro di giudizio: l’infermiere deve dimostrare di aver raccolto un’anamnesi adeguata, effettuato un esame obiettivo nei limiti delle proprie competenze e rilevato correttamente i parametri vitali. La corretta documentazione di questo processo nella cartella clinica assume rilevanza fondamentale a fini probatori.
Il processo decisionale per l’attribuzione del codice di priorità deve risultare coerente con i protocolli adottati e con le linee guida nazionali, dimostrando che l’infermiere ha considerato tutti i fattori rilevanti, incluse le comorbidità del paziente e il possibile rischio evolutivo.
§ 7.3 Responsabilità dell’azienda sanitaria
L’azienda ospedaliera può incorrere in responsabilità contrattuale per aspetti organizzativi e strutturali del servizio di triage che compromettano la qualità e la sicurezza dell’assistenza, configurando situazioni di rischio clinico mal governato.
§ 7.4 Danni risarcibili e nesso causale
In caso di errori nel triage che causino danni ai pazienti, il risarcimento malasanità può articolarsi in diverse componenti. Il danno biologico derivante dall’aggravamento delle condizioni dovuto al ritardo assistenziale rappresenta spesso la voce più consistente, calcolata in base alla gravità e durata delle conseguenze.
Il danno morale per le sofferenze fisiche e psichiche patite trova riconoscimento nella giurisprudenza consolidata, mentre il danno da perdita di chance assume particolare rilevanza nelle patologie tempo-dipendenti, dove il ritardo diagnostico-terapeutico può compromettere le possibilità di guarigione o miglioramento.
La dimostrazione del nesso causale tra l’errore di triage e il danno subito rappresenta spesso l’aspetto più complesso del contenzioso, richiedendo valutazioni medico-legali approfondite per determinare se e in che misura un corretto processo di triage avrebbe potuto evitare o limitare le conseguenze dannose.
§ 7.5 Prevenzione e gestione del rischio
La prevenzione degli errori nel triage richiede un approccio sistemico che coinvolga formazione continua del personale, implementazione di protocolli evidence-based e sistemi di supporto decisionale. I programmi di audit periodici e l’analisi degli eventi avversi permettono di identificare aree di miglioramento e implementare azioni correttive.
L’utilizzo di scale di valutazione validate e sistemi informatici di supporto può ridurre significativamente il rischio di errori, mentre la presenza di consulenze specialistiche tempestive garantisce un supporto adeguato nei casi più complessi. Solo attraverso questo impegno multidisciplinare è possibile garantire la massima sicurezza delle cure e ridurre il rischio di eventi avversi in questa fase cruciale del percorso assistenziale.
§ 8. Hai subito danni per errori nel triage di Pronto Soccorso?
Se ritieni di aver subito danni a causa di errori nella gestione del triage o di inappropriate valutazioni della priorità di accesso alle cure, Chiarini | Studio Legale può fornire assistenza specializzata per la valutazione del caso e la tutela dei tuoi diritti.