Ultimo Aggiornamento 16 Settembre 2025
Ammonta ad Euro 815.000,00 il risarcimento complessivamente liquidato ai parenti – assistiti dall’avv. Gabriele Chiarini – di un uomo deceduto a causa di infezione ospedaliera non tempestivamente diagnosticata.

L’avv. Gabriele Chiarini è un esperto in tema di responsabilità sanitaria e I.C.A.
§ 1. Il caso di malasanità
In particolare, è stato dimostrato che i sanitari della Struttura Ospedaliera interessata, durante il ricovero del Paziente, non avevano elaborato la diagnosi, neppure presunta, di “Endocardite infettiva” o di sepsi, che era l’unica evidenza del momento.
Risultavano infatti presenti i pochi elementi necessari e sufficienti a sospettarla:
- il dato anamnestico di un intervento cardiochirurgico con utilizzo di materiale protesico;
- la sintomatologia febbrile, con neutrofilia ed i caratteri clinici di febbre settica;
- la microebolia polmonare.
La diagnosi, dunque, poteva e doveva essere facilmente ipotizzata e sicuramente confermata, coinvolgendo sanitari specialisti in malattie infettive e cardiochirurgiche – ancorché non presenti nel Nosocomio – per instaurare, subito, adeguate procedure diagnostiche e terapeutiche di sorveglianza, onde prevenire ragionevolmente ogni altra possibile complicanza.
§ 1.1 Il ritardo diagnostico e terapeutico della setticemia
In quel momento della storia clinica del Paziente, avvennero il ritardo diagnostico e il ritardo terapeutico che si sarebbero rivelati fatali.
Dal ritardo diagnostico e terapeutico di più di due mesi, infatti, derivarono tutte le complicanze che colpirono successivamente il Paziente fino al decesso.
§ 1.2 Le complicanze dell’endocardite infettiva
Complicanze, come sopra evidenziato, tutte riferibili alla “storia naturale della Endocardite Infettiva”, ovvero:
- la febbre settica;
- la microembolia polmonare;
- l’anemia;
- il leack periprotesico;
- l’ascesso periprotesico;
- le vegetazioni a livello degli apparati valvolari;
- la necessità del nuovo intervento chirurgico;
- il decesso.
§ 2. Il risarcimento per sepsi
Com’è noto, la sepsi (o setticemia) deriva sempre da una infezione e si caratterizza per una risposta infiammatoria sistemica (cd. S.I.R.S.) anomala, che l’organismo umano può mettere in atto producendo l’effetto di danneggiare alcuni organi vitali fino a renderli non più funzionanti. Si tratta, dunque, di una sindrome clinica gravissima, che può avere – e spesso ha – conseguenze devastanti su singoli organi (ad esempio: il cervello, che può manifestare celere deterioramento dello stato di coscienza; i polmoni, che possono smettere di ossigenare il sangue; il cuore, che può cessare di battere) e finanche letali sull’intero organismo.
In casi come quello sopra descritto, quando la setticemia deriva da una inadeguata attuazione delle misure di profilassi – e, a fortiori, quando tale condizione non viene tempestivamente diagnosticata – il paziente o (se defunto) i suoi congiunti hanno diritto ad un risarcimento danni per sepsi, per ottenere il quale è sempre consigliabile chiedere aiuto ad un avvocato esperto in materia di responsabilità medico-sanitaria.
I parenti del protagonista della tragica vicenda narrata hanno ottenuto un risarcimento di 815.000,00 euro, grazie al supporto dello Studio Legale Chiarini, specializzato in assistenza legale per malasanità.
§ 3. Documenti scaricabili
§ 4. Altri risarcimenti ottenuti per casi di malasanità
- Caso di Difetto d’Organizzazione (Euro 1.070.000,00)
- Caso di Malasanità in Oculistica (Euro 510.000,00)
- Caso di Malasanità a Lecce (Euro 100.000,00)
- Caso di Perdita di Chances di Sopravvivenza (Euro 86.000,00)
- Caso di Risarcimento Malasanità Morte (Euro 750.000,00)
- Caso di Malasanità a Milano (Euro 200.000,00)
- Caso di Infezione Ospedaliera da Pseudomonas Aeruginosa (Euro 930.000,00)
- Caso di Malasanità a Rimini (Euro 300.000,00)
- Caso di Infezione da Acinetobacter lwoffii e Micrococcus Species (Euro 400.000,00)