Ultimo Aggiornamento 23 Aprile 2025
Gli Avv.ti Gabriele Chiarini e Lucia Spadoni hanno ottenuto un risarcimento di €92.000 per una paziente vittima di malasanità: a causa di un’errata refertazione di un esame mammografico, la donna ha subito un ritardo diagnostico di un tumore al seno, con conseguente danno biologico permanente e perdita di chances di sopravvivenza.
In questo articolo analizziamo un caso reale di risarcimento per errata diagnosi di tumore, approfondendo le conseguenze del ritardo diagnostico in oncologia e il procedimento attraverso cui è stato ottenuto il risarcimento danni. Potrai comprendere quali sono i diritti del paziente vittima di un errore medico in ambito oncologico e come procedere per ottenere giustizia.
INDICE SOMMARIO
- § 1. Le conseguenze di un ritardo diagnostico in ambito oncologico
- § 2. Tipologie di errori diagnostici in ambito oncologico
- § 3. Il caso: risarcimento per ritardo nella diagnosi di tumore mammario
- § 4. Come dimostrare la responsabilità medica in caso di errata diagnosi di tumore
- § 5. Quali danni possono essere risarciti in casi di ritardo nella diagnosi di tumore
- § 6. Il procedimento risarcitorio in caso di errore medico mancata diagnosi di tumore
- § 7. Assistenza legale specializzata in casi di errata diagnosi e ritardo terapeutico in caso di tumore
§ 1. Le conseguenze di un ritardo diagnostico in ambito oncologico
Ricevere una diagnosi di tumore è già di per sé un’esperienza traumatica che sconvolge la vita del paziente e dei suoi familiari. Quando però questa diagnosi arriva con colpevole ritardo a causa di un errore medico, il dolore si trasforma in qualcosa di ancora più profondo: la consapevolezza che la propria sofferenza avrebbe potuto essere evitata o ridotta.
Il ritardo diagnostico in oncologia rappresenta una delle forme più gravi di malasanità, proprio perché il tempo è un fattore cruciale nella lotta contro il cancro. Quando un medico o un radiologo non riconosce i segni di una neoplasia che avrebbe dovuto identificare, non si tratta solo di un errore professionale: è un evento che cambia irrimediabilmente il percorso di vita del paziente.
La malattia, che con una diagnosi tempestiva avrebbe potuto essere affrontata in una fase iniziale, progredisce silenziosamente, raggiungendo stadi più avanzati e aggravando significativamente la prognosi. Il paziente si trova così costretto a sottoporsi a terapie molto più aggressive e invasive, come ad esempio mastectomie radicali, anziché interventi conservativi, o cicli di chemioterapia intensivi che avrebbero potuto essere evitati.
L’impatto sulla qualità della vita è devastante, coinvolgendo non solo la dimensione fisica ma anche quella psicologica ed emotiva:
- Maggiore sofferenza fisica dovuta a trattamenti più invasivi
- Periodi di recupero più lunghi e spesso più dolorosi
- Riduzione significativa delle probabilità di guarigione completa
- Impatto psicologico legato alla consapevolezza dell’errore subito
Particolarmente doloroso è il senso di ingiustizia che accompagna la scoperta dell’errore: sapere che la propria vita è stata messa a rischio non per l’imprevedibilità della malattia, ma per una negligenza professionale che poteva essere evitata.
Il nostro ordinamento giuridico riconosce il diritto del paziente a ottenere un risarcimento integrale del danno, che deve tenere conto non solo del danno biologico maggiore rispetto a quello che si sarebbe comunque verificato, ma anche della perdita di opportunità di guarigione e delle sofferenze psicologiche affrontate. Questo risarcimento, pur non potendo cancellare il danno subito, rappresenta quanto meno un riconoscimento della responsabilità e del torto subito.

su questo caso di ritardo diagnostico in oncologia
§ 2. Tipologie di errori diagnostici in ambito oncologico
Gli errori diagnostici in ambito oncologico possono manifestarsi in diverse forme, ciascuna con conseguenze specifiche sulla salute del paziente e sulle relative possibilità di risarcimento. Conoscere queste distinzioni è fondamentale sia per i pazienti sia per i professionisti legali che li assistono:
- Falso negativo o mancata diagnosi: il medico non rileva un tumore effettivamente presente
- Ritardo nella diagnosi: il tumore viene identificato, ma con un ritardo significativo che ne compromette la cura
- Errata interpretazione di esami diagnostici: referti di esami (mammografia, TAC, risonanza magnetica, ecc.) letti in modo errato
- Mancata prescrizione di esami appropriati: il medico non richiede gli approfondimenti diagnostici necessari
- Mancato riconoscimento dei sintomi: sottovalutazione di segnali che avrebbero dovuto destare sospetto
Ogni tipologia di errore può avere ripercussioni diverse sul paziente e influire sul tipo di risarcimento ottenibile. Il caso più frequente nei contenziosi per malasanità oncologica è il ritardo diagnostico, che comporta una diagnosi corretta ma tardiva, con conseguente perdita di chances di guarigione o sopravvivenza rispetto a una diagnosi tempestiva.
Anche la combinazione di più errori è possibile, come nel caso di Olga, dove un falso negativo, la mancata identificazione del tumore nella mammografia, ha causato un significativo ritardo diagnostico (un anno), con conseguente progressione della malattia verso uno stadio più avanzato.
§ 3. Il caso: risarcimento per ritardo nella diagnosi di tumore mammario
Il caso che presentiamo, e per cui abbiamo ottenuto un risarcimento di 92.000 €, riguarda una donna (chiamata con lo pseudonimo “Olga” per ragioni di riservatezza) vittima di un grave errore diagnostico in ambito oncologico.
Nel 2016, la paziente si sottopose a un esame mammografico di routine presso un ambulatorio privato, in considerazione di una familiarità con il tumore al seno. Il medico radiologo che valutò l’esame refertò la mammografia come “indenne da noduli, distorsioni parenchimali o microcalcificazioni sospette“, raccomandando semplici controlli periodici.
Questo referto si rivelò gravemente errato. L’immagine radiografica mostrava infatti chiaramente una densità nodulare ad alta densità nel quadrante superiore esterno del seno sinistro, che il medico avrebbe dovuto identificare e approfondire con ulteriori esami, come un’ecografia mammaria.
§ 3.1 La diagnosi tardiva del tumore
Rassicurata da questo referto negativo, la paziente tornò a sottoporsi a un controllo solo l’anno successivo, presso una struttura sanitaria pubblica. In questa occasione venne riscontrata la presenza di:
- Una massa di circa 4×3 cm nel quadrante superiore esterno del seno sinistro
- Una neoplasia ad elevato grado di malignità (G3, ampiamente necrotica)
- Un tumore “triplo negativo” (negativo ai recettori ormonali e all’Her 2)
- Un elevato valore di proliferazione cellulare (50%)
Gli approfondimenti diagnostici confermarono un carcinoma mammario allo stadio III, considerando le dimensioni raggiunte dal tumore, l’impegno linfonodale e metastatico. Venne inoltre riscontrato un carcinoma infiltrante anche al seno destro, probabilmente evoluzione della forma tumorale maggiore al seno sinistro lasciata progredire per circa un anno.
§ 3.2 Il danno biologico e la perdita di chances
Dunque, l’errore di refertazione dell’esame mammografico ha determinato un sensibile ritardo nella diagnosi della patologia tumorale che ha colpito la sig.ra Olga. La diagnosi tardiva è andata a incidere pesantemente sul quadro clinico della paziente, dal punto di vista sia terapeutico sia prognostico.
Sotto il profilo terapeutico, lo stadio raggiunto dalla neoplasia al momento della corretta diagnosi ha reso necessarie terapie ed interventi altamente invasivi.
Se il tumore fosse stato diagnosticato al momento del primo esame mammografico (fine 2016):
- La neoplasia si sarebbe trovata allo stadio I, con dimensioni inferiori a 2 cm e senza estensioni linfonodali o a distanza.
- Il trattamento chirurgico del seno sinistro sarebbe stato meno demolitivo, limitandosi ad una quadrantectomia, seguita da un ciclo di radioterapia locale; altrettanto meno demolitivo sarebbe stato il trattamento alla mammella destra.
- Il danno permanente biologico si sarebbe limitato al 10% circa. Invece, alla data dell’effettiva diagnosi (fine 2017) il tumore aveva raggiunto lo stadio III.
A causa del ritardo diagnostico:
- Si è resa necessaria una mastectomia bilaterale, seppur con metodica di risparmio del capezzolo (“nipple sparing”), seguita da ricostruzione con espansore e trattamento con importanti cicli di chemioterapia e di radioterapia.
- Si è realizzato un danno permanente biologico stimabile pari al 20% circa, con conseguente danno iatrogeno differenziale di 10 punti percentuali (dal 10 al 20%).
Il ritardo nella diagnosi del tumore ha avuto rilievo anche sotto il profilo prognostico: l’evoluzione della patologia tumorale ha determinato un peggioramento delle possibilità guarigione e di sopravvivenza di Olga. In particolare, sono risultate statisticamente ridotte le sue chances di sopravvivenza a 5 anni (anche se, va fortunatamente precisato, il tempo è trascorso e la paziente gode ottima salute).
§ 4. Come dimostrare la responsabilità medica in caso di errata diagnosi di tumore
Per dimostrare la responsabilità medica in casi di errore diagnostico in oncologia e ottenere un risarcimento per errata diagnosi di tumore, è necessario seguire un percorso strutturato, raccogliendo elementi probatori concreti e avvalendosi di consulenti specializzati. Questa fase è determinante per il successo della richiesta risarcitoria.
§ 4.1 La raccolta documentale in caso di mancata diagnosi tumore
Il primo passo fondamentale consiste nella raccolta completa della documentazione medica relativa all’intero iter diagnostico:
- Referti degli esami strumentali (mammografie, ecografie, TAC, risonanze magnetiche)
- Immagini radiologiche originali (indispensabili in casi come quello di Olga)
- Cartelle cliniche di eventuali ricoveri
- Referti istologici e bioptici
- Documentazione relativa ai trattamenti successivi
È essenziale ottenere copia di tutta questa documentazione in copia conforme all’originale, poiché rappresenta la base probatoria su cui si fonderà l’analisi degli esperti e, successivamente, la valutazione del giudice in caso di contenzioso.
§ 4.2 Il ruolo dei consulenti tecnici nel caso di diagnosi sbagliata tumore
Come evidenziato dall’art. 15 della legge Gelli, ogni vicenda di malpractice medica, inclusi i casi di errore medico e mancata diagnosi di tumore, deve essere analizzata con l’ausilio di specialisti nella disciplina “che abbiano specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento”.
Nel caso di Olga, sono stati coinvolti:
- Un medico legale per valutare gli aspetti medico-giuridici del caso
- Un radiologo per analizzare l’errore di refertazione della mammografia
- Un oncologo per quantificare il danno causato dal ritardo diagnostico e terapeutico
La competenza e l’autorevolezza del collegio di consulenti tecnici hanno un’incidenza determinante sulle possibilità di successo della richiesta risarcitoria. I periti devono essere in grado di dimostrare, con evidenze scientifiche, che:
- L’errore diagnostico era evitabile seguendo le comuni linee guida e protocolli
- Esiste un nesso causale diretto tra il ritardo nella diagnosi e il peggioramento della condizione clinica
- Il danno subito è quantificabile in termini di danno biologico differenziale e perdita di chances
§ 4.3 La dimostrazione del nesso causale per il risarcimento ritardo diagnosi
Nel caso di Olga, è stato fondamentale dimostrare il nesso causale tra l’errore di refertazione e il danno subito. Questo è avvenuto evidenziando che:
- L’immagine mammografica originale mostrava chiaramente segni di patologia che un radiologo diligente avrebbe dovuto riconoscere
- La mancata diagnosi e il conseguente ritardo terapeutico hanno determinato la progressione della malattia dallo stadio I allo stadio III
- Questa progressione ha reso necessari trattamenti più invasivi e ha ridotto le probabilità di guarigione
La quantificazione del danno differenziale è stata possibile grazie a studi statistici e linee guida cliniche che permettono di valutare le diverse prospettive terapeutiche e prognostiche tra un tumore allo stadio I e uno allo stadio III.
§ 5. Quali danni possono essere risarciti in casi di ritardo nella diagnosi di tumore
In caso di errata diagnosi e ritardo terapeutico in ambito oncologico, il paziente può ottenere un risarcimento per diversi tipi di danni, ciascuno dei quali richiede una specifica quantificazione.
§ 5.1 Tipologie di danni risarcibili per ritardo diagnosi mancata terapia
- Danno biologico differenziale: rappresenta la differenza tra il danno alla salute effettivamente subito a causa dell’errata diagnosi di tumore e quello che si sarebbe comunque verificato con una diagnosi tempestiva. Nel caso di Olga, il danno differenziale è stato quantificato in 10 punti percentuali (dal 10% al 20% di invalidità permanente).
- Perdita di chance di sopravvivenza: questo tipo di danno riguarda la riduzione statistica delle probabilità di guarigione o sopravvivenza causata dal ritardo diagnostico. Anche quando, fortunatamente, non si verifica l’evento infausto (come nel caso di Olga), la riduzione delle chances rappresenta comunque un danno risarcibile, in quanto costituisce un pregiudizio al diritto alla salute costituzionalmente garantito.
- Danno morale soggettivo: comprende la sofferenza psicologica derivante dalla consapevolezza che, a causa di una diagnosi sbagliata di tumore, il paziente ha dovuto affrontare:
- Trattamenti più invasivi
- Periodi di recupero più lunghi
- Maggiore ansia e preoccupazione per la prognosi
- Consapevolezza che tutto questo avrebbe potuto essere evitato
- Spese mediche aggiuntive: include i costi sostenuti per cure che sarebbero state evitabili con una diagnosi tempestiva, come:
- Interventi chirurgici più complessi
- Trattamenti chemioterapici e radioterapici più intensivi
- Riabilitazione prolungata
- Protesi o interventi ricostruttivi
- Danno patrimoniale da incapacità lavorativa: nei casi in cui la mancata diagnosi di tumore e il conseguente ritardo terapeutico abbiano causato un’impossibilità temporanea o permanente di svolgere l’attività lavorativa, è risarcibile anche la perdita economica correlata.
§ 5.2 Quantificazione del risarcimento per errata diagnosi ritardo terapeutico
La quantificazione economica del danno segue criteri specifici stabiliti dalla giurisprudenza. Nel caso di risarcimento per ritardo terapeutico in ambito oncologico, il calcolo tiene conto di:
- Tabelle di invalidità: per la quantificazione del danno biologico differenziale, oggi si utilizza la Tabella Unica Nazionale (T.U.N.) che disciplina le modalità di determinazione dei risarcimenti pecuniari per danni non patrimoniali relativi alle gravi menomazioni derivanti da sinistri stradali o errori medici (fino al 5 marzo 2025 si utilizzavano le tabelle del Tribunale di Milano, che rappresentavano il parametro di riferimento a livello nazionale)
- Valutazioni statistiche: per la perdita di chance si considerano studi epidemiologici relativi alla sopravvivenza nelle diverse fasi della patologia
- Età del paziente: il valore economico del punto di invalidità varia in funzione dell’età
- Aspetti soggettivi: vengono considerati anche fattori personali come la condizione familiare e sociale
§ 6. Il procedimento risarcitorio in caso di errore medico mancata diagnosi di tumore
Il percorso per ottenere un risarcimento per errata diagnosi tumore può seguire due strade: la trattativa stragiudiziale con l’assicurazione del medico o della struttura sanitaria responsabile, oppure l’azione giudiziale.
§ 6.1 La trattativa stragiudiziale nel caso di risarcimento ritardo diagnosi
Nel caso di Olga, gli avvocati Gabriele Chiarini e Lucia Spadoni hanno scelto la via stragiudiziale, conducendo una trattativa con la compagnia assicuratrice del medico responsabile dell’errore diagnostico in oncologia.
La trattativa si è basata sulla condivisione di alcuni punti fondamentali, emersi grazie al supporto di pareri tecnici autorevoli e attendibili:
- Il riconoscimento del macroscopico e colpevole ritardo di diagnosi in oncologia
- La dimostrazione che con una condotta professionale corretta si sarebbero significativamente ridotte le conseguenze pregiudizievoli
- La quantificazione del danno biologico permanente evitabile, stimato nell’ordine del 10%
- La valutazione del peggioramento prognostico in termini di sopravvivenza a 5 anni
Durante la trattativa, è stato identificato come elemento centrale della vicenda il comportamento imperito del radiologo che, leggendo in modo scorretto l’esame mammografico, non riconobbe l’opacità nodulare e non propose gli approfondimenti diagnostici necessari.
§ 6.2 L’accordo transattivo e la liquidazione per mancata diagnosi risarcimento
La trattativa si è conclusa con un accordo transattivo che ha portato alla liquidazione di un risarcimento complessivo di circa €92.000. Questa somma ha incluso:
- Il danno non patrimoniale, valorizzato in base ai criteri per la determinazione del danno differenziale
- Una quota concordata a titolo di perdita di chance, nonostante fortunatamente la stessa non si sia concretizzata
- Interessi legali e rivalutazione monetaria
- Rifusione delle spese legali e di consulenza tecnica
Questo importante risultato economico è stato ottenuto senza necessità di ricorrere a un contenzioso giudiziale, riducendo i tempi e i costi per la paziente, e garantendo comunque un risarcimento adeguato per i danni subiti a causa dell’errata diagnosi e ritardo terapeutico.
§ 7. Assistenza legale specializzata in casi di errata diagnosi e ritardo terapeutico in caso di tumore
Affrontare un caso di malasanità oncologica richiede competenze specialistiche sia dal punto di vista medico che legale. È fondamentale affidarsi a professionisti esperti in questo ambito specifico, che possano:
- Valutare correttamente la presenza di responsabilità medica nei casi di errore medico mancata diagnosi di tumore
- Selezionare i consulenti tecnici più adeguati per ogni tipo di patologia oncologica
- Quantificare in modo appropriato il danno subito, considerando tutte le componenti risarcibili
- Gestire efficacemente le trattative con le compagnie assicurative o affrontare il contenzioso giudiziale quando necessario
La specializzazione è particolarmente importante in casi come quello di Olga, dove l’errata diagnosi di tumore ha causato un ritardo terapeutico con gravi conseguenze sulla salute della paziente.
Come sottolineato nel caso presentato, è fondamentale che gli avvocati che si occupano di queste tematiche rispettino la regola indicata dall’art. 15 della legge Gelli, avvalendosi di consulenti tecnici con “specifica e pratica conoscenza di quanto oggetto del procedimento”. La competenza e la forza persuasiva del collegio di consulenti tecnici di parte hanno infatti un’incidenza rilevante sulle possibilità di buon esito del procedimento risarcitorio.
Se ritieni di essere vittima di un’errata o tardiva diagnosi di tumore, o se un tuo familiare ha subito questo tipo di danno, è importante agire tempestivamente per tutelare i propri diritti e ottenere il giusto risarcimento per ritardo diagnosi mancata terapia.
Per scaricare l’atto di transazione e quietanza (naturalmente anonimizzato in ossequio alla privacy), concluso all’esito di questa vicenda clinica di tardiva diagnosi di patologia oncologica, CLICCA QUI.