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Omicidio di Sant’Angelo in Vado – L’Avv. Giovanni Chiarini difensore della nuova indagata

Omicidio Ismaele

Da “Il Resto del Carlino” – Pesaro, 24 giugno 2018

E’ tornata nel mirino, o forse non si è mai sentita al riparo da questo. N.N., 20 anni, macedone, residente a L., ha subìto un interrogatorio e una perquisizione a casa qualche giorno fa da parte dei carabinieri che le hanno sequestrato, su indicazione della procura, cellulari e computer. Da cui ora verranno estrapolati messaggi, chiamate, account per verificare se la ragazza ha conservato tracce o elementi che possano ancor più coinvolgerla nell’omicidio di Ismaele Lulli, avvenuto il 19 luglio 2015 per mano degli albanesi Igli Meta 22 anni e Marjio Mema di 21, entrambi condannati all’ergastolo dalla Corte d’Assise d’Appello. L’ex ragazza di Igli Meta è indagata per concorso in omicidio premeditato. Ma non lo è dal primo momento. Si è trovata indagata dal 26 aprile del 2017, perché fino a quel momento era teste dell’accusa.

Avv. Giovanni Chiarini – Esperto di diritto penale

E’ stata la Corte d’Assise di Pesaro ad ordinare la trasmissione degli atti alla procura di Urbino perché aprisse un procedimento d’indagine sulla ragazza, ipotizzando una complicità reale nella realizzazione dell’omicidio. In particolare, è stata N. su indicazione di Igli ad attirare Ismaele con un messaggino trappola dicendogli che voleva incontrarlo dopo averci fatto sesso qualche mese prima. Un tradimento che Igli scoprì per la soffiata di un comune amico solo qualche giorno prima dell’omicidio. Da quel momento, il giovane albanese ha pensato alla vendetta ma ha pure appreso che i tradimenti erano stati più di uno e non solo con Ismaele, ma anche con connazionali albanesi. Solo che Ismaele era quello più facile da colpire, tenuto conto che N. avvertì comunque gli altri ma non Ismaele della volontà di Igli di vendicarsi. Il messaggino trappola era stato inviato alle 14 di quel 19 luglio di tre anni fa da N. su richiesta di Igli, altrimenti Ismaele non sarebbe mai uscito di casa per incontrare Igli. Sempre N. ha inviato un altro messaggio al telefono di Ismaele alle 16 per dire che annullava l’appuntamento, che eseguì su ordine di Igli. Lei disse che non poteva immaginare l’epilogo di sangue ma pensava solo ad un incontro chiarificatore. E la procura ha creduto a questa buona fede. Ma ora l’indagine potrebbe riservare delle sorprese.

Commenta però l’Avvocato Giovanni Chiarini, che tutela N.:

«E’ giusto che si facciano tutti i controlli necessari, e la mia assistita non si opporrà a nulla anzi offrirà come sempre la sua collaborazione. Rispettiamo il dolore della famiglia ma sappiate che il dolore non abbandonerà mai nemmeno N. La ragazza è innocente, non ha mai pensato né temuto che potesse accadere quella tragedia. Da un punto di vista morale – conclude – è ben consapevole di quanto accaduto, ma la legge penale segue un altro percorso e accerterà la sua innocenza».

 

N.B. Aggiornamento del 3 dicembre 2019

La giovane N.N. è stata scagionata da ogni accusa.
La Procura della Repubblica ha, infatti, chiesto l’archiviazione del procedimento penale.

Afferma in proposito l’Avv. Giovanni Chiarini, difensore di N.:

«Me lo aspettavo: non ci sono elementi per condannarla. L’hanno messa sotto processo perché la Corte d’Assise ha voluto così. N. ha sì mandato quel “sms”, ma se la premeditazione non c’è per i due ragazzi, come può aver concorso N. in un delitto che neppure loro avevano progettato?».

Resta da verificare se la famiglia del compianto Isamele farà opposizione alla richiesta di archiviazione e, in caso affermativo, quale sarà la decisione del G.I.P.

 

RASSEGNA STAMPA

 

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